Quanto mi dai se mi sparo? Un libro di Sergio Endrigo

Quanto mi dai se mi sparo?” è la domanda che il vecchio (ma neppure tanto) cantante Joe Birillo, protagonista del romanzo, ormai scomodo autore di canzoni in un mondo nel quale non riesce più a stare al passo, rivolge ai suoi discografici. In un mondo – quello musicale – circondato dalla mediocrità, la battuta dai tratti tipici dell’humor nero di Endrigo è una provocazione, nel tentativo del protagonista di adeguarsi  a una società anestetizzata dove tutto si è trasformato in spettacolo, business e fugace sensazionalismo.

Copertina della prima edizione del libro di Sergio Endrigo "Quanto mi dai se mi sparo", Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Copertina della prima edizione del libro di Sergio Endrigo “Quanto mi dai se mi sparo”, Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Un romanzo pubblicato, nella sua prima edizione, nel settembre 1995 e ancora fresco nella sua attualità nel delinerare un mondo, quello dello show-business, descritto dall’autore come “distruttore di anime” e “creatore di comete“.

L’autore, il compianto Sergio Endrigo – nato in Istria nel 1933 e morto a Roma nel 2005 -, è stato uno dei più grandi cantautori italiani. Vincitore nel 1968 del Festival di Sanremo con Canzone per te, nel 1969 arriva secondo con Lontano dagli occhi e terzo, l’anno dopo, con L’arca di Noé. Nella sua lunga carriera, ha collaborato con altri artisti tra i quali Gianni Rodari, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungheretti, Toquinho, Luis Bacalov (Ci vuole un fiore e – dopo una lunga causa giudiziaria – il tema del film Il Postino vincitore dell’Oscar alla migliore colonna sonora) e Vinícius de Moraes per comporre la famosa canzone filastrocca per bambini La casa.

Retrocopertina della prima edizione del libro di Sergio Endrigo "Quanto mi dai se mi sparo", Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Retrocopertina della prima edizione del libro di Sergio Endrigo “Quanto mi dai se mi sparo”, Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

La prima edizione di questo libro è a stampata a cura della Monaflat SA Editrice, casa editrice con sede a Lugano (mentre una seconda edizione verrà ristampata anni dopo, nel 2004, da Stampa Alternativa).

Dati di stampa della prima edizione.

Dati di stampa della prima edizione.

127 pagine in tutto, compresa l’introduzione scritta dal famoso giornalista Gianni Minà, che però commette un errore descrivendo a pagine 5 Sergio Endrigo come un “veneto malinconico e romantico[…]” quando veneto il noto cantautore istriano non era. Nelle alette, a sinistra una generica e concisa trama del libro e a destra la biografia dell’autore.

Aletta sinistra della prima edizione del libro di Sergio Endrigo "Quanto mi dai se mi sparo", Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Aletta sinistra della prima edizione del libro di Sergio Endrigo “Quanto mi dai se mi sparo”, Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Aletta destra della prima edizione del libro di Sergio Endrigo "Quanto mi dai se mi sparo", Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Aletta destra della prima edizione del libro di Sergio Endrigo “Quanto mi dai se mi sparo”, Monaflat SA Editrice, settembre 1995.

Il volume non è di facile reperibilità. È infatti molto più probabile imbattersi nella seconda edizione di Stampa Alternativa dalle dimensioni del libro più ridotte, più tascabile.

 

 

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L’incipit:
«Il diesel rombava basso sull’autostrada. Un suono falso di tastiera elettronica, un basso continuo noioso, fastidioso. Venivano da Trento e per ore non avevano visto che asfalto umido, cumuli di neve sporca e intorno la campagna nebbiosa.
Joe sentiva il sonno avvolgerlo come una lenta e calda ragnatela.
Non che avesse fatto follie la sera prima, tutt’altro; dopo un’orrida pizza napoletana, all’una era già a letto, in albergo. Ma saranno tutti napoletani i pizzaioli, o parlavano quel dialetto come le puttane parlavano bolognese quando c’erano i casini?»
(Sergio Endrigo)

Anno di pubblicazione: 1995
Casa editrice: Monaflat SA Editrice
Prezzo originale: Lire [dato non disponibile]
Pagine: 127

L’uomo-scatola di Kobo Abe

L’uomo-scatola di Kobo Abe è un tipico esempio di libro considerato un classico in Oriente (soprattutto in Giappone) che in Italia invece viene stampato solo per un breve periodo e poi mai più.

Copertina della prima (e unica) edizione Einaudi de L'uomo-scatola di Kobo Abe, 1992.

Il capolavoro di Kobo Abe (安部 公房 Abe Kōbō), pseudonimo di Kimifusa Abe (安部 公房 Abe Kimifusa) dal titolo L’uomo-scatola (titolo originale giapponese Hako Otoko, 1973), è infatti uscito nel nostro Paese solo nel 1992 per la collana Nuovi Coralli di Einaudi.

L’autore, quasi sconosciuto in Italia ma molto famoso all’estero, nasce a Tokyo nel 1924, dove morirà nel 1993, dopo essere stato, oltre che scrittore, anche drammaturgo, regista poeta e fotografo.

Per scoprire di cosa parla il libro, leggiamo la quarta di copertina:

Un uomo si infila in una scatola di cartone, in cui ha praticato una fessura-spioncino, e se ne va in giro per la città, guardando inosservato… Che cosa vedrà mai da questo rifugio che diventa la sua casa, la sua conchiglia, la sua nuova dimensione? E qual è questa nuova dimensione: la libertà, la solitudine, la sicurezza? L’esistenza innocua dell’uomo-scatola è scombussolata dall’intervento di due personaggi, che ordiscono intorno a lui un intrigo pericoloso in cui la seduzione gioca, però, un ruolo importante. L’uomo-scatola dal suo finestrino osserva, smaschera finzioni e messe in scena, vede al di là delle apparenze la realtà e ne viene coinvolto a un punto tale da rischiare la perdita della propria identità. Ma quale identità? Esiste veramente un uomo-scatola? Ignorato da tutti, fa ancora parte degli esseri umani?
Un clima decisamente surreale domina tutto il romanzo e nel contempo, in modo paradossale, riesce a coniugarsi con un esasperato realismo: situazioni, persone e oggetti sono colti, a tratti, come attraverso una lente d’ingrandimento che dilata a dismisura le proporzioni delle cose, senza alcun ordine gerarchico. Con questo tipo di bizzarra scrittura (non lontana dalle lezioni di Kafka), Kobo Abe costruisce una storia insieme buffonesca e drammatica che va ben al di là della semplice satira di un’alienante società contemporanea per giungere a una profonda meditazione sulla natura dell’uomo.

Piano delle ristampe di Einaudi nelle ultime pagine del volume.

Piano delle ristampe di Einaudi nelle ultime pagine del volume.

Il tema centrale dell’opera di Abe è sostanzialmente l’incomunicabilità dell’essere umano, la claustrofobia dell’uomo moderno, la solitudine e l’alienazione.

Come dicevo, oggi il libro è fuori commercio, poche le copie in circolazione e piuttosto care. Le dimensioni sono quelle di un tascabile, le pagine 212 e in alcune di esse, oltre al testo, sono presenti anche fotografie in bianco e nero.

Pagine interne de L'uomo-scatola di Kobo Abe con testo e fotografie.

Pagine interne de L’uomo-scatola di Kobo Abe con testo e fotografie.

Pagine interne de L'uomo-scatola di Kobo Abe con testo e fotografie.

Pagine interne de L’uomo-scatola di Kobo Abe con testo e fotografie.

È importante sottolineare che la traduzione è affidata ad Antonietta Pastore, scrittrice e traduttrice – tra gli altri autori – di Murakami Haruki, Natsume Sōseki, Inoue Yasushi, Kawakami Hiromi.

Autografo della traduttrice Antonietta Pastore all'interno del libro L'uomo-scatola di Kobo Abe, 1992.

Autografo della traduttrice Antonietta Pastore all’interno del libro L’uomo-scatola di Kobo Abe, 1992.

È questa traduzione, infatti, l’inizio di una lunga collaborazione di Pastore con l’Einaudi, in qualità sia di traduttrice che di scrittrice, pubblicando il saggio Nel Giappone delle donne (2004), la raccolta di racconti Leggero il passo sui tatami (2010) e il romanzo Mia amata Yuriko (2016), oltre alla cura del volume Racconti del Giappone.

La valutazione attuale del libro si aggira tra i 50 e i 100 euro.

 

 

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L’incipit:
«Con l’approssimarsi del freddo e del letargo invernale, la polizia di Ueno a Tokyo, il 23, prima del l’alba, ha effettuato l’arresto simultaneo dei barboni che stazionavano nei paraggi del parco Ueno nel quartiere Daito, vicino alla ferrovia statale, e nei sottopassaggi della stazione di Keisei-Ueno, come misura preventiva contro un susseguirsi di omicidi: il numero delle vittime, uccise a colpi di pistola, ammonta già a centonove. Quelli che sostavano dietro il Centro di Cultura del parco, nelle strade sotterra-nee, e nei dintorni, 180 persone in tutto, sono stati messi agli arresti per violazioni di lieve entità del Codice Penale (reato di vagabondaggio e infrazione del divieto d’ingresso) e del Codice Stradale (infrazione del divieto di transito). Trasferiti in massa allo stesso posto di polizia, si è proceduto a rilevare le impronte digitali e a scattare le fotografie di ciascuno; i quattro che avevano contratto malattie sono stati mandati all’ospedale tramite l’Ufficio di Assistenza Pubblica di Daito, e altri nove all’ospizio per i vecchi.»
(Kobo Abe)

Anno di pubblicazione: 1992
Casa editrice: Einaudi
Prezzo originale: Lire 22.000
Pagine: 212

Un’edizione a fascicoli di M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati per Unicoop

È in questi giorni nelle librerie il terzo capitolo della serie incentrata sulla figura di Benito Mussolini e sul Fascismo scritta da Antonio Scurati.

Il nuovo volume, dal titolo M. Gli ultimi giorni dell’Europa, si affianca ai già pubblicati M. L’uomo della provvidenza e  M. Il figlio del secolo, il primo dei tre capitolivincitore del Premio Strega nel 2019, il cui riconoscimento è stato dedicato dall’autore a tutti coloro che il Fascismo l’hanno combattuto.

Indubbiamente la monumentale opera realizzata da Scurati entrerà di diritto nei libri più importanti scritti in questi anni, un nuovo classico che, indipendentemente dalle vendite (più di due anni in classifica), ha ridefinito la categoria del cosiddetto “romanzo documentario”, per via dell’eccezionale raccolta di fonti e documentazioni usate come base di partenza per raccontare la vita di Mussolini attraverso il punto di vista del dittatore.

Chi ha la prima edizione di questo romanzo farebbe bene a tenersela stretta, ma questa volta vorrei proporvi una variante, uscita nel 2020 per le Unicoop di Firenze.

Edizione in cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

Edizione in cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

Edizione in cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

Edizione in cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

I cinque fascicoli con il cofanetto di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

I cinque fascicoli con il cofanetto di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

Una variante che presenta il volume di Scurati diviso in cinque parti di circa 200 pagine l’una, uscite “in fascicoli” a partire dal 1° ottobre 2020, di cui il primo distribuito gratuitamente, gli altri venduti a 1,90 l’uno.

L’iniziativa, da quanto si legge online, è il frutto di una collaborazione con la casa editrice di Scurati, la Giunti Editore.

L’obiettivo di tale edizione, secondo quanto spiegato da Unicoop Firenze, è stata di “far conoscere gli eventi che hanno caratterizzato gli anni turbinosi dell’ascesa al potere dei giovani fascisti guidati da Benito Mussolini , attraverso un romanzo storico che lo scorso anno si è aggiudicato uno dei più prestigiosi premi letterari. Per chi ci conosce non sarà una sorpresa trovare la letteratura nei nostri punti vendita e ci auguriamo che l’opera venga apprezzata da un pubblico ampio e diversificato, quale quelli dei soci Coop“.

Ma non solo, “L’operazione – è stato sottolineato –  è stata un’ottima opportunità per sperimentare nuove strade che portino la letteratura di qualità fuori dai luoghi canonici e ovvi”.

Circa 22mila le copie vendute per ogni fascicolo, oltre 76mila quelle distribuite gratuitamente. 1.150 copie arrivate in altrettante Case del Popolo della Toscana. Questi i numeri di questa edizione.

Il primo dei cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati riporta la dicitura COPIA OMAGGIO NON DESTINATA ALLA VENDITA sul retro.

Il primo dei cinque fascicoli di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati riporta la dicitura COPIA OMAGGIO NON DESTINATA ALLA VENDITA sul retro.

Nei fascicoli vengono indicati i dati di stampa della prima edizione di M Il figlio del secolo (settembre 2018) e quelli relativi a questo volume (ottobre 2020).

Dati di stampa della prima edizione M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati (settembre 2018) e quelli relativi a questo volume (ottobre 2020).

Dati di stampa della prima edizione M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati (settembre 2018) e quelli relativi a questo volume (ottobre 2020).

Edizione in cinque fascicoli racchiusi nel cofanetto di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

Edizione in cinque fascicoli racchiusi nel cofanetto di M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati per Unicoop di Firenze, 2020.

 

 

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L’incipit:
«Affacciamo sulla piazza del Santo Sepolcro. Cento persone scarse, tutti uomini che non contano niente. Siamo pochi e siamo morti. Aspettano che io parli ma io non ho nulla da dire.
La scena è vuota, alluvionata da undici milioni di cadaveri, una marea di corpi – ridotti a poltiglia, liquefatti – montata dalle trincee del Carso, dell’Ortigara, dell’Isonzo. I nostri eroi sono già stati uccisi o lo saranno. Li amiamo fino all’ultimo, senza distinzioni. Sediamo sul mucchio sacro dei morti.»
(Antonio Scurati)

Anno di pubblicazione: settembre 2019
Casa editrice: Bompiani
Prezzo originale: 1° volume omaggio + 1,90 per i successivi 4 volumi
Pagine:

USYLESSLY lo strepitoso omaggio all’estetica dell’ULYSSES di James Joyce

Capita di adocchiare un libro, ma di non comprarlo subito. Però poi ci torna in mente e pensiamo forse valeva la pena fare quel piccolo investimento. E, qualche tempo dopo, si fa di tutto per rimediare a quell’errata prima valutazione.

A me è successo recentemente, più precisamente durante un breve soggiorno a Londra, visitando un quartiere che ospita stupende librerie antiquarie. Entrando in una di queste, ho visto su un tavolo, al centro della stanza, diverse copie di quello che sembrava un libro piuttosto celebre ma che – per diverse ragioni – non avrebbe potuto essere lì. Poco importava: il confezionamento, la qualità del volume mi hanno talmente colpito che ho chiesto subito informazioni.

Come si presenta la confezione dell'edizione numerata del USYLESSLY di John Morgan, 2021.

Come si presenta la confezione dell’edizione numerata del USYLESSLY di John Morgan, 2021.

E così, ho scoperto l’USYLESSLY*: una sorta di copia (ma non è proprio una copia) del più famoso ULYSSES di James Joyce.
*gioco di parole che ricorda la parola inglese uselessly che significa inutilmente.

L’autore di questo omaggio, dell’Usylessly, è John Morgan (fondatore dello studio John Morgan e professore di design, tipografia e arte del libro alla Kunstakademie Düsseldorf) e i libro è il risultato di un’attenta osservazione dell’iconica copertina blu e della forma della prima edizione dell’Ulisse di James Joyce. Il libro riproduce le dimensioni, la massa e l’aspetto della celebre edizione della Shakespeare and Co. del 1922.

È una copia pressoché perfetta, tranne per un dettaglio: il testo.

All’interno infatti non c’è traccia del racconto di Joyce: è per lo più vuoto, a eccezione delle 64 pagine contenenti due saggi scritti a ventisette anni di distanza da Edward L. Bishop e Ted Bishop.

La copertina dell'USYLESSLY di John Morgan, 2021, è la riproduzione fedele dell'ULYSSES di Joyce, con l'eccezione del nome dell'autore irlandese.

La copertina dell’USYLESSLY di John Morgan, 2021, riproduzione fedele dell’ULYSSES di Joyce, con l’eccezione del nome dell’autore irlandese.

Pagine interne bianche del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Pagine interne bianche del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

I saggi di Edward L. Bishop e Ted Bishop.

Il primo saggio, Re-Covering Ulysses, è stato inizialmente pubblicato sul Joyce Studies Annual nel 1994 ed esplora gli aspetti “non letterari” del libro, tracciando, come spiega Bishop, il percorso di ULYSSES il libro – l’oggetto fisico con la sua varie vesti grafiche – dalla sua nascita come romanzo moderno fino a diventare puro oggetto di culto nel mercato moderno.

Il secondo saggio, Ulysses Blue, è invece qui pubblicato per la prima volta. Nasce nell’archivio dell’Harry Ransom Center di Austin, in Texas, che conserva oltre quaranta copie della rara edizione del 1922 che permettono a Morgan e Bishop la ricerca della copertina blu, quel blu che lo stesso Joyce ha ideato per la prima edizione di Ulisse, con caratteri bianchi per indicare i colori del mare, del cielo e della Grecia.

ULYSSES ha visto la luce in una fragile ma bella brossura dalle cure della  libreria Shakespeare and Company di Sylvia Beach a Parigi il 2 febbraio 1922, il giorno del quarantesimo compleanno dell’autore.
Arrivare all’esatta tonalità di blu desiderata da Joyce è stato un processo lungo e arduo per Maurice Darantière, uno stampatore affermato a Digione. La sua ricerca lo ha portato in Germania dove ha scoperto il giusto blu ma sulla carta sbagliata. Il problema è stato risolto litografando il colore su cartoncino bianco, lasciando un bordo bianco sottile e il retro della sovraccoperta non stampato. Un blu diventato mitico, da cui emergono lettere bianche come una catena di isole su un mare greco.

Uno dei due saggi presenti all'interno del volume USYLESSLY.

Uno dei due saggi presenti all’interno del volume USYLESSLY.

Uno dei due saggi presenti all'interno del volume USYLESSLY con il riferimento alla prima edizione delle 1922 dell'ULYSSES di Joyce.

Uno dei due saggi presenti all’interno del volume USYLESSLY con il riferimento alla prima edizione delle 1922 dell’ULYSSES di Joyce.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Tornando ai saggi, al loro interno ci sono anche diverse fotografie di alcuni edizioni dell’ULYSSES di Joyce, tra cui le copie numerate 17 e 600, che hanno una storia nota:
il commesso della Shakespeare and Company Maurice Saillet, come ringraziamento per aver contribuito a nascondere i libri della libreria ai nazisti, ricevette la copia numero 17 dell’ULYSSES che risulta essere ancora oggi una di quelle immacolate arrivate fino a noi.
Tutto il contrario per la copia numero 600 (appartenuta alla pittrice Jessica Dismorr): con i suoi bordi della copertina irregolari, il blu e il bianco ormai scuriti entrambi verso il marrone e il dorso riparato con nastro adesivo. Laddove la copia numero 17 è stata conservata con riverenza, questa è stata utilizzata per la sua funzione basilare, ovvero per essere letta e non per essere considerata un oggetto sacro.

Foto interne al volume: l'immacolata copia numero 17 dell'ULYSSES di Joyce.

Foto interne al volume: l’immacolata copia numero 17 dell’ULYSSES di Joyce.

L’USYLESSLY di John Morgan è stato pubblicato a dicembre 2021 e a metà febbraio le 500 copie numerate erano già soldout.
Le copie venivano vendute avvolte in una sottile carta marrone da imballaggi dove veniva applicata un’etichetta con alcuni dati di stampa tra cui la numerazione del volume.

Etichetta riportante i dettagli dell'edizione numerata dell'USYLESSLY di John Morgan, 2021.

Etichetta riportante i dettagli dell’edizione numerata dell’USYLESSLY di John Morgan, 2021.

Come spiegato nelle note di vendita, la rilegatura è delicata e il blu della copertina può essere volutamente imperfetto nello spirito della prima edizione del 1922. Infine, sempre le note, sottolineano alcuni aspetti: che il libro ha per lo più pagine bianche e che non contiene il testo dell’Ulisse di James Joyce e che la carta si piegherà e si ammaccherà sul dorso e altrove e mostrerà segni di utilizzo deteriorandosi nel tempo come farà un grande libro tascabile.
Precisazioni decisamente innocue e divertenti.

Il valore del libro, stampato in soli 500 esemplari numerati, essendo a tutti gli effetti un libro d’artista, dovrebbe accrescere negli anni vista la rarità del volume e i tanti appassionati di Joyce.

Ultima nota interessante: il libro risulta stampato in Italia da VeronaLibri! Realtà italiana ben conosciuta all’estero per la qualità dei volumi pubblicati.

Dati di stampa del volume e la timbratura con il numero dell'esemplare.

Dati di stampa del volume e la timbratura con il numero dell’esemplare.

Altri dettagli della copertina dell'USYLESSLY di John Morgan, 2021.

Altri dettagli della copertina dell’USYLESSLY di John Morgan, 2021.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

Pagine interne del volume USYLESSLY realizzato dallo studio grafico John Morgan, 2021.

A special thank to Heywood Hill for introducing me to this amazing book!

 

 

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Anno di pubblicazione: dicembre 2021
Casa editrice: John Morgan studio
Prezzo originale: £55.00
Pagine: 64 pagine stampate, 672 pagine bianche

Sua Altezza Reale il Principe Codarello, la prima apparizione di Topolino

Dei primi avvistamenti di Topolino in Italia abbiamo parlato in due occasioni: la prima, a febbraio 2020, con i due volumi tradotti da Cesare Pavese, Le avventure di Topolino, la seconda, ad aprile 2021, presentandovi il volume L’amico di Topolino di Consuelo.

Oggi finalmente possiamo chiudere il cerchio con quello che è forse il volume più ricercato, ovvero Sua Altezza Reale il Principe Codarello di un’autrice dimenticata: Annemar Togett.

La copertina, in brossura rigida, del raro volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO del 1932. È la prima apparizione di Topolino in un libro italiano.

La copertina, in brossura rigida, del raro volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO del 1932. È la prima apparizione di Topolino in un libro italiano.

Anno 1932, in brossura, esce per l’editore Cappelli un libro, non propriamente un volume disneyano, dal titolo appunto Sua Altezza Reale il Principe Codarello, il quale – alla fine di alcuni capitoli – riporta delle piccole immagini, puramente decorative, di quello che conosciamo oggi come Mickey Mouse. Questi disegni sono gli stessi che un anno prima erano usciti in America nella rivista The American Magazine, a loro volta copiati dai modelli di Les Clark per i disegni e Win Smith per quanto riguarda gli inchiostri. Questi, almeno, i crediti riconosciuti come credibili e quindi ufficiali.

Il dorso, ben conservato, di SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

Il dorso, ben conservato, di SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

Retro del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO del 1932. L. Cappelli Editore.

Retro del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO del 1932. L. Cappelli Editore.

Topolino appare in Italia per la prima volta in assoluto il 30 marzo 1930 (due anni prima di questa pubblicazione) sulla rivista L’ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO che ospita per la prima volta in Italia le strisce di un nuovo fumetto americano firmato da un giovane Walter Elias Disney, detto Walt  (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966). La prima striscia pubblicata fu disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. La caratteristica però che rende prezioso e molto ricercato invece Sua Altezza Reale il Principe Codarello è che, seppur come decorazione, si tratta della prima apparizione di Topolino in un formato libro e non come striscia su rivista/quotidiano.

Frontespizio del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

Frontespizio del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

I pochi e unici dati di stampa del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

I pochi e unici dati di stampa del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

Oltre a Mickey Mouse, presente come pura decorazione, il volume presente diverse illustrazioni che fanno riferimento alla storia raccontata di SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO.

Oltre a Mickey Mouse, presente come pura decorazione, il volume presente diverse illustrazioni che fanno riferimento alla storia raccontata di SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO.

Questa un po’ la storia del volume, informazioni scarse lo ammetto, ma al momento le uniche che si possono trovare per ora su questa rarità.

Dell’autrice Annemar Togett non si sa praticamente niente. Potrebbe anche essere uno pseudonimo, tanto in voga all’epoca per autori che cercavano incassi facili ma non volevano apparire in testi destinati a ragazzi.
Oltre a questo libro, ne esistono altri due della stessa autrice, scritti precedentemente:
I misteri del mondo fatato: novelle, con dieci tavoli a colori di Roberto Sgrilli (1926, Firenze, R. Bemporad) e Le perle meravigliose con illustrazioni di D. Betti. Nulla di più.

Però, avendo una copia cartacea sotto mano, posso fornirvi qualche dettaglio aggiuntivo:
– le dimensioni del volume sono 16,5 x 23 cm
– le pagine sono 226
– il prezzo di copertina, stampato sul retro, è di 12 Lire (che a oggi corrisponderebbero a circa 12,50 euro)
– il volume è diviso in due parti: la prima dal titolo Alla corte di Topimpopoli, la seconda Le avventure di S. A. R. Il Principe Codarello in Italia. Entrambe le parti  sono composte da 7 capitoli ciascuna
Topolino appare dieci volte, più precisamene a pagina: 19, 59, 77, 93, 110, 143, 172, 187, 203 e 218

E ora ecco qualche foto:

La prima apparizione di Mickey Mouse (Topolino) su un libro in Italia! Presente a pagina 19 del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

La prima apparizione di Mickey Mouse (Topolino) su un libro in Italia! Presente a pagina 19 del volume SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE CODARELLO. L. Cappelli Editore, 1932.

Ancora un'illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

Ancora un’illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

Ancora un'illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

Ancora un’illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

Ancora un'illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

Ancora un’illustrazione di Topolino disegnato e inchiostrato da Les Clark e Win Smith.

 

 

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L’incipit:
«CAPITOLO I
Il Regno dei Topi e la sua origine.
I topi sono ritenuti dal genere umano bestie prive d’intelligenza e di riflessione e l’uomo non li tiene in nessun conto, appunto per questo pregiudizio tramandato
di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Tutti i pregiudizi sono generalmente degli sbagli madornali e questo di cui io sto parlando è uno dei più gravi : voi ve ne accorgerete, miei piccoli amici, man mano che leggerete questa storia, la quale, credetelo, è vera dalla prima all’altima parola.»
(Annemar Togett)

Anno di pubblicazione: 1932
Casa editrice: L. Cappelli Editore
Prezzo originale: 12 Lire
Pagine: 226

Gli indifferenti di Moravia (e l’importanza di un restauro fatto da professionisti)

Gli indifferenti è il romanzo di esordio di Albero Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (1907-1990).

Prima e rara edizione del romanzo d'esordio di Moravia "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Prima e rara edizione del romanzo d’esordio di Moravia “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Considerato dalla critica come uno dei libri più importanti del ‘900, il romanzo tratta il tema presente in molte opere di Moravia dell’incapacità di raggiungere la felicità da parte degli uomini, in quanto ipocriti e aridi, spesso inetti e incapaci ci provare reali passioni.

Uscito nella sua prima edizione nel 1929, grazie al finanziamento del padre di 5000 lire, per la casa editrice milanese Alpes e stampato presso le officine della Federazione Italiana Biblioteche Popolari di Milano il 2 maggio, presenta una copertina a tre colori con un disegno a carboncino di Ubaldo Cosimo Veneziani che rappresenta una delle prime scene del romanzo.

Il libro verrà poi ristampato dalla casa editrice altre tre volte: la seconda conterrà alcuni errori, la terza e la quarta nel 1930, per un totale di ventimila copie [dato incerto].

Della prima edizione sono state stampate circa mille copie non numerate. E, ovviamente, è l’edizione più rara e ricercata, forse anche per alcuni errori: la numerazione di alcuni capitoli è ripetuta due volte, presentando due capitoli VI e due capitoli XIV.

Un’altra delle caratteristiche del volume è la copertina non rigida, non proprio di qualità, che ha fatto sì che quasi tutte le copie in circolazione, con il passare degli anni, subissero diversi danni tra strappi e macchie. Difficile, anzi diciamo praticamente impossibile, trovarne una copia intonsa. Pure la copia presente presso il museo dedicato allo scrittore è in condizioni pessime.

Quando mi capitò l’occasione di trovarne una copia, le condizioni in cui versava erano davvero davvero pessime. Però per fortuna, in questo Paese, esistono fior fiori di restauratori che sanno fare il loro mestiere (io mi sono rivolto al Centro Studi e Restauro di Gorizia) e il risultato potete vederlo voi stessi nelle foto che seguono.

Prima pagina del volume. Copertina con strappo centrale e quasi totalmente staccata dal volume.

Prima pagina del volume. Copertina con strappo centrale e quasi totalmente staccata dal volume.

L’operazione di restauro è stata complessa, ma il risultato è strepitoso.
Il mio consiglio, seppur banale, è davvero di non inventarsi soluzioni casalinghe per rattoppare libri in pessime condizioni. Cercate sempre un restauratore vicino a voi che capisca le vostre esigenze e la vostra passione e affidategli il lavoro.

Se sono professionisti, si prenderanno cura del vostro libro come se fosse loro. Fidatevi.

Prima e rara edizione del romanzo d'esordio di Moravia "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Prima e rara edizione del romanzo d’esordio di Moravia “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Dopo il restauro. Prima e rara edizione del romanzo d'esordio di Moravia "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Dopo il restauro a cura di Centro Studi e Restauro di Gorizia. Prima e rara edizione del romanzo d’esordio di Moravia “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del dorso prima del restauro. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del dorso prima del restauro. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del dorso dopo il restauro. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del dorso dopo il restauro. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Retro prima del restauro della prima edizione del romanzo d'esordio di Moravia "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Retro prima del restauro della prima edizione del romanzo d’esordio di Moravia “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Dopo il restauro, il retro della prima edizione del romanzo d'esordio di Moravia "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Dopo il restauro, il retro della prima edizione del romanzo d’esordio di Moravia “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del retro prima del restauro. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del retro prima del restauro. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del retro dopo il restauro. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del retro dopo il restauro. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del retro prima del restauro. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del retro prima del restauro. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

Particolare del retro restaurato. Moravia, "Gli indifferenti", Alpes, 1929.

Particolare del retro restaurato. Moravia, “Gli indifferenti”, Alpes, 1929.

 

 

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L’incipit:
«Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.»
(Alberto Moravia)

Anno di pubblicazione: maggio 1929
Casa editrice: Alpes
Prezzo originale: 12 lire
Pagine: 358

Il mangianomi di Giovanni De Feo: un gioiello della narrativa fantastica italiana

Partiamo dall’inizio, ovvero dal fatto che quando si cerca su Google Il mangianomi di Giovanni De Feo, dai risultati appaiono chiari due punti fermi:
– il primo è che il romanzo è di difficilissima reperibilità nella sua prima edizione del 2002 (un po’ più facile – ma a patto di spendere almeno il doppio del prezzo di copertina – l’edizione del 2010 pubblicata da Salani) e la seconda che è unanimemente riconosciuto da chi l’ha letto come “uno dei migliori libri fantasy italiani”.

Copertina della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Copertina della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

È ormai certo che la fortuna o l’oblio a cui è destinato un qualsiasi libro è una catena di eventi e contingenze imponderabili e spesso irripetibili. Ed è così che un libro come quello di De Feo passa – ahinoi –  quasi del tutto inosservato al grande pubblico al momento della sua prima e seconda uscita. Sopratutto in un Paese dove, secondo i dati Istat, vengono stampati tra i 70 e gli 80mila libri all’anno.

Definito in modo semplicistico un “horror fiabesco” la sua trama è la seguente:

Una terribile minaccia insidia il Ducato di Acquaviva: è il Mangianomi, una creatura misteriosa e inafferrabile che si aggira nel buio rubando a qualunque cosa il proprio nome. In breve tempo uomini, donne, bambini, animali, ma anche torri, foreste e paesi interi vengono ridotti a vuoti gusci irriconoscibili. L’unica speranza per gli abitanti del Ducato è rivolgersi a Magubalik, un giovane e solitario cacciatore dall’abilità leggendaria, perché sconfigga il temibile mostro. Ma il compito si rivelerà arduo persino per lui, e la caccia al Mangianomi si trasformerà da una pericolosa avventura a una discesa agli inferi, in un’odissea alla ricerca di se stesso.

Mappa disegnata da Carmine di Giandomenico presente all'interno del volume "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Mappa disegnata da Carmine di Giandomenico presente all’interno del volume “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

In un’intervista disponibile sul web, De Feo – oggi anche sceneggiatore e insegnante oltre che scrittore – parla così del suo romanzo:

Tuttavia se avevo un libro in mente  quando ho scritto Il Mangianomi questo era Il Cavaliere Svedese di Leo Perutz […] Il Mangianomi si svolge infatti all’interno di una ambientazione pseudo-storica che assomiglia casomai agli sfondi dei romanzi di Buzzati o di Calvino, o se vogliamo alle illustrazioni Don Chisciottesche di Dorè. Soprattutto, manca completamente quella coralità  che è tipica dell’epica e della letteratura cavalleresca da cui viene il fantasy classico […]. Al contrario la vicenda di Magubalik narra della caduta di un singolo, un antieroe che per raggiungere ciò che più desidera baratta quello che di sè è più autentico, rischiando letteralmente di perdere la sua anima. Insomma si tratta di una sorta di patto faustiano, la leggenda di un santo brigante che man mano si tinge di implicazioni metafisiche, come nel racconto di Perutz.

All’interno del volume, sono presenti anche diverse illustrazioni in bianco e nero a cura di Carmine di Giandomenico, fumettista eclettico con una carriera che passa per produzioni targate prima Marvel Comics e poi DC Comics passando per la Sergio Bonelli con Dylan Dog.

Di di Giandomenico sono anche le illustrazioni a colori in copertina e sul retro.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all'interno de "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all’interno de “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all'interno de "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all’interno de “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

Retro della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Retro della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

Come dicevo all’inizio, di questo libro esiste la prima edizione (edizioni e/o, 2002) e una successiva ristampa (Salani, 2010). Entrambe ricercate dagli appassionati perché non più ristampate ma il valore più alto, ovviamente, spetta all’edizione e/o in brossura, quindi con copertina morbida e più fragile, il cui prezzo dell’unica copia online al momento è di 99 euro.

Dati di stampa del volume della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Dati di stampa del volume della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

Prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

 

 

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L’incipit:
«Il Mangianomi arrivò nel Ducato di Acquaviva una notte d’autunno: il primo ad accorgersene fu il Barone di Spargifiume.
Il Barone Turciuto di Spargifiume era un omone grosso la cui pappagorgia sormontata da baffi neri gli dava qualcosa del tricheco e qualcosa dell’orango. Il nobile vestiva di fustagno nero, un cappello piumato, al cinturone un paio di moschetti: più che un nobiluomo pareva un bandito, che a incontrarlo di notte un contadino sarebbe morto di spavento.
Quella notte, come di consueto, era andato per cantine e taverne fino a tardi e solo adesso se ne rincasava in groppa a Urri, il suo cavallo bianco.»
(Giovanni De Feo)

Anno di pubblicazione: ottobre 2002
Casa editrice: edizioni e/o
Prezzo originale: 12 euro
Pagine: 207

Alla ricerca dei cibi perduti di Luigi Veronelli

Alla ricerca dei cibi perduti è un libro di Luigi Veronelli pubblicato in Italia per la prima volta nel 1966.

Ed è uno dei libri di cucina più belli mai pubblicati, soprattutto perché va di molto oltre il semplice concetto di ricettario.

Prima edizione del libro di Luigi Veronelli "Alla ricerca dei cibi perduti", Feltrinelli 1966.

Prima edizione del libro di Luigi Veronelli “Alla ricerca dei cibi perduti”, Feltrinelli 1966.

Luigi Veronelli (1926-2004), in questo e in altri suoi libri, si prende cura dei suoi lettori, raccontando aneddoti e riportando alla memoria racconti popolari sul cibo, sulle loro origini e raccontando anche dei cibi perduti nelle pieghe della memoria collettiva.

Preparare un piatto, per Veronelli, significa riportare in vita non solo un gusto ma anche il mondo che lo creò, perpetuare la tradizione e la storia di un Paese. Ed è, senza ombra di dubbio, grazie a lui che in Italia abbiamo una cultura enogastronomica, un amore per l’agricoltura e il mondo contadino e una spinta alla valorizzazione del gusto.

Il libro, nella sua prima edizione italiana, è pubblicato da Feltrinelli, come già detto, nel 1966, con una sopraccopertina lucida (piuttosto difficile da reperire in buone condizioni anche a causa della qualità della plastificazione che con il passare degli anni si è un po’ seccata e si sbriciola piuttosto facilmente in alcuni punti).

Prima edizione del libro di Luigi Veronelli "Alla ricerca dei cibi perduti", Feltrinelli 1966.

Prima edizione del libro di Luigi Veronelli “Alla ricerca dei cibi perduti”, Feltrinelli 1966.

Ma è nelle pagine interne che questo libro da il meglio di sé.
Infatti oltre alle ricette, troviamo molte etichette originali dei prodotti descritti e commentati da Veronelli stesso. Ed è l’autore nelle note di apertura del volume a parlarne:

Le etichette originali raccolte in questo libro vorrebbero essere un’indicazione di gusto e di qualità. Purtroppo non è stato possibile averne alcune che l’autore avrebbe desiderato, anche perché, soprattutto in Italia, molti tra i prodotti eccellenti non hanno etichetta.

Ciononostante, come potete vedere dalle foto, la presenza di questi elementi – non mere riproduzioni ma originali –  impreziosiscono il libro innalzando la qualità grafica e la realizzazione a standard non più raggiunti per un libro del genere.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Pagine interne con etichette originali di alcuni dei prodotti presentati nel volume da Luigi Veronelli.

Il libro con il passare degli anni è diventato un vero e proprio oggetto di culto. Piuttosto ricercate, le poche copie che appaiono sul web sono spesso prive di sopraccoperta e, prima di effettuarne l’acquisto, sarebbe sempre il caso di accertare l’effettiva presenza di tutte le etichette originali all’interno.

Quindi, buona caccia, buona lettura e… buon appetito.

 

 

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L’incipit dell’edizione italiana:
«Narra una novelletta antica di due pellegrini che, affamati, sulla riva del mare, trovano un’ostrica e subito se la contendono; ma ecco passare la Giustizia con la bilancia in mano.
Davanti a lei, a gran voce, ciascuno difende le sue ragioni, ciascuno vuole averla vinta. La Giustizia, soppesando i diritti, domanda l’ostrica, l’apre, la mangia e con questa bella sentenza chiude il litigio:
“Ecco, tenete,” dice, “a ciascuno una conchiglia. Delle  sciocchezze altrui noi viviamo. Signori. l’ostrica era buona. Addio. Vivete in pace.»
(Luigi Veronelli)

Anno di pubblicazione: novembre 1966
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo originale: n.d. Lire
Pagine: 212

La pietra del vecchio pescatore di Pat O’Shea, un capolavoro fantasy quasi dimenticato

Negli Anni 80, in Italia, la letteratura fantastica visse probabilmente il suo periodo d’oro potendo contare su un pubblico in costante crescita (per poi calare un po’ in attesa dell’arrivo di scrittori con J.K. Rowling o Philip Pullman) e con un’enorme pubblicazione di titoli di qualità da quasi tutte le case editrici, in primis Longanesi e Rizzoli.

Chi oggi ha tra i quaranta e i cinquant’anni avrà avuto sicuramente modo di imbattersi, in adolescenza, in nomi come Terry Brooks, Terry Pratchett, Michael Ende o Marion Zimmer Bradley. Tutti autori di romanzi fantasy i cui libri vengono ristampati ancora oggi.

Ai nomi appena citati però c’è da aggiungere una scrittrice irlandese che con il suo romanzo La pietra del vecchio pescatore ottenne un grande successo di critica e pubblico: Pat O’Shea (vero nome Patricia Mary Shiels O’Shea).

La prima edizione italiana (1988) de "La pietra del vecchio pescatore" a confronto con la prima edizione inglese (1985).

La prima edizione italiana (1988) de “La pietra del vecchio pescatore” a confronto con la prima edizione inglese (1985).

O’Shea, irlandese classe 1931, rimase orfana in giovane età e fu allevata, assieme ai fratelli, dalla sorella maggiore. Trasferitasi con la famiglia a Manchester, trovò lavoro in una libreria e iniziò a scrivere spettacoli teatrali di un certo successo, richiesti e prodotti dalla Library Theatre e anche dalla BBC Northern Ireland.

Ma è nel 1969 che Pat O’Shea inizia a scrivere quello che diventerà il suo capolavoro, il suo lascito nella letteratura fantastica con – appunto – La pietra del vecchio pescatore. Un librò che verrà pubblicato ben tredici anni dopo, un tempo di scrittura piuttosto lungo, ma necessario a curare nei minimi dettagli la storia raccontata e il linguaggio utilizzato.

La storia dei due protagonisti, Pidge, dieci anni, e di sua sorella Bridgit in lotta con la Morrigan, la dea delle battaglie, è immersa nella mitologia celtica, con tutte le sue leggende e le sue creature, nel folklore irlandese. L’apprezzamento fu tale che oggi nel Regno Unito questa storia è ormai unanimemente considerata un classico per l’infanzia.

Il dorso della prima edizione italiana (1988) de "La pietra del vecchio pescatore" a confronto con il dorso inglese (1985).

Il dorso della prima edizione italiana (1988) de “La pietra del vecchio pescatore” a confronto con il dorso inglese (1985).

Il dorso della prima edizione italiana (sopra) a confronto con il dorso inglese (sotto).

Il dorso della prima edizione italiana (sopra) a confronto con il dorso inglese (sotto).

La prima edizione inglese, dal titolo The Hounds of the Morrigan, esce nel 1985 per la Oxford University Press. Conta 469 pagine compreso il glossario delle parole gaeliche alla fine del volume e la copertina del libro è di color marrone con incisioni oro riportanti il titolo, il nome dell’autrice e quello della casa editrice. Il prezzo, riportato nell’aletta anteriore della sovraccopertina, è di £ 9,95. L’illustrazione per la sopraccoperta a doppia pagina è affidata al talento di Stephen Lavis che tra i suoi lavori annovera anche le illustrazioni dell’edizione inglese delle Cronache di Narnia di C.S. Lewis.

L’illustrazione è talmente bella che la Longanesi decide di prenderla pari pari senza grosse modifiche per l’edizione italiana che uscirà tre anni dopo, nell’ottobre 1988, sulla scia delle molte traduzioni internazionali.
Il volume italiano, rispetto all’edizione inglese, è un po’ più basso e un po’ più corposo (488 pagine contro 469) pur presentando un font più piccolo rispetto all’originale. La ragione è da ritrovarsi nella grammatura delle pagine, da noi più spessa.

Un’altra evidente differenza sta nella copertina del volume, in tela e di colore verde, con il titolo e il nome dell’autrice incisi in vernice oro sul bordo, ma con la presenza sul fronte di una bellissima incisione su tela di una margherita racchiusa in un motivo celtico rotondo.

Il dorso della prima edizione italiana (in verde) a confronto con il dorso inglese (in marrone).

Il dorso della prima edizione italiana (in verde) a confronto con il dorso inglese (in marrone).

La copertina dell'edizione italiana de "La pietra del vecchio pescatore" con uno stemma impresso sulla tela di color verde.

La copertina dell’edizione italiana de “La pietra del vecchio pescatore” con uno stemma impresso sulla tela di color verde.

Mentre la prima edizione italiana è ancora facilmente recuperabile online, l’edizione inglese sembra essere completamente scomparsa dal mercato. Diverse ricerche non hanno riportato a nessun risultato apprezzabile se non a poche prime edizioni americane, riconoscibili perché pubblicate dalla Holiday House di New York nel 1986 e non Oxford University Press.

Dati di stampa della prima edizione italiana de "La pietra del vecchio pescatore" di Pat O'Shea. Longanesi & C., 1988.

Dati di stampa della prima edizione italiana de “La pietra del vecchio pescatore” di Pat O’Shea. Longanesi & C., 1988.

Dati di stampa della prima edizione inglese de "The hounds of the Morrigan" di Pat O'Shea. Oxford University Press, 1985.

Dati di stampa della prima edizione inglese de “The hounds of the Morrigan” di Pat O’Shea. Oxford University Press, 1985.

Il dorso della prima edizione italiana (in verde a sinistra) a confronto con il dorso inglese (in marrone a destra).

Il dorso della prima edizione italiana (in verde a sinistra) a confronto con il dorso inglese (in marrone a destra).

 

 

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L’incipit dell’edizione italiana:
«Levandosi in alto, su su, salirono in cielo e volarono. Da ovest e oltre l’ovest, controvento e col vento, sorpassarono innumerevoli lune e soli. Una rise e, brevemente, portò fra i capelli un diadema di gocce di pioggia iridate. Poi diede malignamente un calcetto a una nube e provoco una pioggia, che riempì d’acqua una barca.»
(Pat O’Shea)

Anno di pubblicazione: ottobre 1988
Casa editrice: Longanesi & C.
Prezzo originale: 25.000 Lire
Pagine: 488

L’incipit dell’edizione inglese:
«Rising up into the air, they took the sky and flew. From west and beyond west, into the wind and through it, they came past countless moon and suns. One laughed and briefly wore a scarf of raindrops in her hair, and then with wicked feet she kicked a cloud and caused rain to swamp a boat.»
(Pat O’Shea)

Anno di pubblicazione: ottobre 1988
Casa editrice: Longanesi & C.
Prezzo originale: 25.000 Lire
Pagine: 488

Un’edizione speciale di Klara e il sole di Kazuo Ishiguro con la copertina nera

Klara e il Sole (Klara and the Sun) è l’ottavo romanzo dello scrittore nippo-britannico Kazuo Ishiguro uscito nelle librerie italiane l’11 maggio scorso.

A sinistra l'edizione in commercio, a destra - una delle 1.000 copie di "Klara e il sole" di Ishiguro con la copertina nera fuori commercio.

A sinistra l’edizione in commercio, a destra una delle 1.000 copie di “Klara e il sole” di Ishiguro con la copertina nera fuori commercio.

Si tratta del primo romanzo dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura avvenuto nel 2017 e l’aspettativa era alta, sia presso i suoi lettori sia presso le case editrici di tutto il mondo che prima dell’uscita del libro hanno organizzato una vera e propria massiccia campagna pubblicitaria online e cartacea.

Klara il Sole è un romanzo delicato ma potente: narra la storia di Klara, un androide (o una androide), costruito – come i suoi simili – con uno solo scopo: rendere felice il bambino o la bambina che la sceglierà. E a sceglierla sarà la quattordicenne Josie, “una ragazzina vivace e sensibile, ma afflitta da un male oscuro che minaccia di compromettere le sue prospettive future“. Il compito che spetta a Klara non sarà facile ma la cosa più importante che dovrà imparare è come funziona il cuore umano, con tutte le sue sfumature. Riuscirà un robot a farlo?

L'edizione speciale, non in vendita, de "Klara e il sole" di Kazuo Ishiguro. È presente anche una sovraccoperta trasparente qui rimossa per una migliore resa fotografica del volume.

L’edizione speciale, non in vendita, de “Klara e il sole” di Kazuo Ishiguro. È presente anche una sovraccoperta trasparente qui rimossa per una migliore resa fotografica del volume.

In Italia il libro è stato pubblicato dalla casa editrice torinese Einaudi che per l’occasione ha messo in vendita la stessa copertina con tre tonalità di  colore differenti che ricordano le tonalità che assume il cielo nel corso delle diverse ore della giornata. Il richiamo è all’importanza che il sole e i suo i raggi ricoprono per Klara.

Tornando all’edizione speciale, anche in questo caso, come per il libro di Haruki Murakami Killing Commendatore, Einaudi ha distribuito ai suoi librai di fiducia una copia omaggio fuori commercio, stampata in soli 1000 esemplari.

L’edizione, a differenza di quella uscita nelle librerie, non ha la sovraccoperta bianca come nel classico stile Einaudi, ma ne ha una in acetato trasparente attraverso la quale si vede una copertina molto elegante di colore nero.

Le differenze continuano sul retro del volume, mentre il dorso è – escludendo il colore – sostanzialmente uguale.

Retro delle due edizioni di "Klara e il sole". A sinistra l'edizione in commercio, a destra -l'edizione distribuita solo ad alcuni librai.

Retro delle due edizioni di “Klara e il sole”. A sinistra l’edizione in commercio, a destra -l’edizione distribuita solo ad alcuni librai.

Dorsi delle copertine a confronto. L'edizione con la copertina nera e l'edizione con la sovraccoperta bianca.

Dorsi delle copertine a confronto. L’edizione con la copertina nera e l’edizione con la sovraccoperta bianca.

Un’ulteriore differenza tra i due volumi è presente nelle ultime pagine: nelle copie destinate alla vendita vengono elencate le future ristampe del volume, dato ovviamente mancante nel volume speciale che non verrà ristampato, trattandosi di un omaggio una tantum agli Amici del libro Einaudi.

Nell’ultima pagina del volume con la copertina nera, invece dell’elenco delle future ristampe, è presente la numerazione della propria copia.

Nel volume con la copertina nera, non è presente nessun dato di futura ristampa come invece è presente nelle copie in commercio.

Nel volume con la copertina nera, non è presente nessun dato di futura ristampa come invece è presente nelle copie in commercio.

Dettaglio con il numero della copie stampate di questa edizione fuori commercio de "Klara e il sole" di Kazuo Ishiguro.

Dettaglio con il numero della copie stampate di questa edizione fuori commercio de “Klara e il sole” di Kazuo Ishiguro.

Infine c’è da segnalare che, per un breve periodo, sono apparse online sul sito Feltrinelli alcune copie autografate del volume andate immediatamente esaurite.
Autografi di scrittori stranieri su libri tradotti in italiano sono sempre una rarità da considerare per un collezionista, particolare che ne aumenta di molto il valore.

Autografo di Kazuo Ishiguro sul libro "Klara e il sole" messe in vendita da Feltrinelli.

Autografo di Kazuo Ishiguro sul libro “Klara e il sole” messe in vendita da Feltrinelli.

 

 

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L’incipit:
«Quando eravamo nuove, Rosa e io stavamo a metà-negozio, sul lato del tavolo delle riviste, e vedevamo piú di mezza vetrina. Perciò potevamo guardare fuori: i lavoratori di ufficio che andavano di fretta, i taxi, i runner, i turisti, Mendicante e il suo cane, la parte bassa del Palazzo RPO. Dopo un periodo di assestamento, Direttrice ci permise di spostarci direttamente dietro la vetrina e a quel punto vedemmo quanto era alto il Palazzo RPO. E se ci trovavamo lí all’ora giusta, vedevamo il Sole in cammino attraversare le cime degli edifici, dal nostro lato a quello del Palazzo RPO.»
(Kazuo Ishiguro)

Anno di pubblicazione: 11 maggio 2021
Casa editrice: Einaudi Editore
Prezzo originale: omaggio
Pagine: 276

Santi e briganti nel Tibet ignoto di Giuseppe Tucci

Giuseppe Vincenzo Tucci, nato Macerata il 5 giugno 1894 e morto a San Polo dei Cavalieri il 5 aprile 1984, fu indubbiamente molte cose nella sua vita come ci ricorda Wikipedia: orientalista, esploratore, archeologo, storico delle religioni e del Buddhismo.

Personaggio ancora oggi studiato e discusso soprattutto per la sua adesione al Fascismo, oggi viene alleggerito da questa colpa in quanto si ritiene che la sua adesione probabilmente scattò più per opportunità che per vero interesse politico in quanto dal regime si fece finanziare le sue esplorazioni in Asia. Nonostante questa precisazione, Tucci viene ancora oggi soprannominato, in modo provocatorio, “l’esploratore del Duce”.

Durante la sua vita era unanimemente considerato il più grande tibetologo del mondo ed è per questo motivo che uno dei suoi libri più famosi, Santi e briganti nel Tibet ignoto, è ancora oggi considerato un volume imprescindibile per chi ama la letteratura di viaggio e di antropologia.

Copertina del libro di Giuseppe Tucci "Santi e briganti nel Tibet ignoto". Editore Ulrico Hoepli.

Copertina del libro di Giuseppe Tucci “Santi e briganti nel Tibet ignoto”. Editore Ulrico Hoepli.

Frontespizio con carta velina del volume "Santi e briganti nel Tibet ignoto". Editore Ulrico Hoepli.

Frontespizio con carta velina del volume “Santi e briganti nel Tibet ignoto”. Editore Ulrico Hoepli.

Frontespizio del volume "Santi e briganti nel Tibet ignoto". Editore Ulrico Hoepli.

Frontespizio del volume “Santi e briganti nel Tibet ignoto”. Editore Ulrico Hoepli.

Aprendo il libro si nota la bellezza del frontespizio che, come si vede dalla foto sopra, è separato dalla prima fotografia da una leggera velina che aumenta l’eleganza del volume.

Il libro, oggi fuori commercio, fu pubblicato nel 1937 dall’Editore Ulrico Hoepli di Milano con il sottotitolo Diario della spedizione nel Tibet occidentale 1935. Il volume riporta 268 illustrazioni, moltissime fotografie e una mappa completa della spedizione nell’ultima pagina con il tragitto compiuto da Tucci e la sua compagnia sotto gli auspicii della Reale Accademia d’Italia.

Mappa della spedizione presente alla fine del volume.

Mappa della spedizione presente alla fine del volume.

Mappa della spedizione presente alla fine del volume "Santi e briganti nel Tibet ignoto", 1936.

Mappa della spedizione presente alla fine del volume “Santi e briganti nel Tibet ignoto”, 1936.

Una spedizione, come dicevamo, verso il Tibet che parte il 24 maggio 1935 da Almora (a circa 1.600 metri sul livello del mare) e con 41 uomini che si dividono i bagagli di 35 kg l’uno e che si concluderà a Tashigang-Leh il 3 ottobre dello stesso anno.
A chi volesse saperne di più sul contenuto del diario di viaggio e le relative tappe, consiglio questa pagina che riporta una descrizione estesa della spedizione compiuta da Tucci.

Parlando di Tibet, però, a molti verrà in mente un altro studioso ed esploratore: Fosco Maraini. I due scrittori si conoscevamo molto bene, Maraini fu infatti allievo di Tucci, ma i rapporti tra i due non sempre furono idilliaci come succede ancora oggi tra i loro lettori. Molti di questi infatti non perdonano a Maraini di aver parzialmente rinnegato Tucci, senza il quale Maraini non sarebbe diventato quello studioso dell’Asia che oggi conosciamo. I due furono più volte compagni d’avventure (dal 1937 al 1948) e Maraini fu in questo periodo più volte assunto come fotografo di fiducia di Tucci, grazie alle sue capacità tecniche. Maraini, però, a un certo punto si scostò dall’ombra del suo Maestro, scegliendo la cultura giapponese come oggetto di studio, portando il Giappone in Italia grazie anche al suo capolavoro Ore Giapponesi (qui la scheda della prima edizione).

Illustrazioni presenti nelle interne di "Santi e briganti nel Tibet ignoto" di Giuseppe Tucci.

Illustrazioni presenti nelle interne di “Santi e briganti nel Tibet ignoto” di Giuseppe Tucci.

Illustrazioni presenti nelle interne di "Santi e briganti nel Tibet ignoto" di Giuseppe Tucci.

Illustrazioni presenti nelle interne di “Santi e briganti nel Tibet ignoto” di Giuseppe Tucci.

Tornado al volume, è senza dubbio interessante il prezzo del libro all’uscita nelle librerie: 28 Lire ma anche il prezzo di una edizione “legata in tutta tela” a 36 Lire. Oggi corrisponderebbero a circa 32,26  e 41,48 euro.

Prezzo originale del libro con la distinzione tra la legatura in tela assente o presente.

Prezzo originale del libro con la distinzione tra la legatura in tela assente o presente.

E un’ulteriore nota interessante, sempre relativa al prezzo di vendita, è rappresentato da un bollo di aumento del prezzo di copertina del 5%, datato 25 febbraio 1940, applicato nel retro della sovraccoperta. Un piccolo e affascinante documento storico atto ad impreziosire ulteriormente questo bellissimo volume.

Bollo all'interno della sovraccoperta, datato 25 febbraio 1940, con indicato l'aumento del prezzo di copertina del 5%.

Bollo all’interno della sovraccoperta, datato 25 febbraio 1940, con indicato l’aumento del prezzo di copertina del 5%.

Mentre sto scrivendo queste righe, scopro che il prossimo autunno – il 22 ottobre per l’esattezza – la casa editrice Hoepli ripubblicherà il volume a 70 anni di distanza. Medesima copertina, ma arricchita da una prefazione di Giuliano Boccali, esperto di tibetologia e indologia, e da una postfazione di Alice Crisanti, autrice della più importante biografia di Tucci.

Rarità del volume nella prima edizione? alta, libro ricercato e a prezzi che superano i 100 euro.

 

 

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L’incipit:
«L’estate, sempre torrida su queste terre, è insolitamente severa: i giornali recano in prima pagina la paurosa cronaca degli incendi, delle insolazioni e dei disastri causati dal caldo col suo  immancabile corteo di epidemie e di malanni. La Grande Madre, che gli Indù venerano d’un capo all’altro della loro terra, pare trionfi nel suo aspetto più terrifico: sintesi indissolubile di vita e di morte che si avvicendano come i passi della sua cosmica danza, al cui ritmo i mondi dal nulla sorgono e nel nulla svaniscono, essa incombe con la temuta presenza del suo nome; non Durga ma Kali. La terra brucia, tutto ingiallisce come sotto un soffio sterminatore; le bestie ischeletrite cercano invano una magra pastura fra la sterpaglia disseccata. Il treno sembra una gabbia infuocata: corriamo follemente tra vampate torride cui non danno requie né i ventilatore lanciati a tutta forza, né la notte senza brezza.»
(Giuseppe Tucci)

Anno di pubblicazione: 20 novembre 1937
Casa editrice: Editore Ulrico Hoepli – Milano
Prezzo originale: Lire 28 / Legato in tutta tela Lire 36
Pagine: