Chiedi alla polvere. Il prologo scritto da John Fante.

Fante era il mio dio” disse in più occasioni Charles Bukowski.
La prima volta che lo disse, molte persone si chiesero chi fosse questo Fante.

"Prologo a Chiedi alla polvere" di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001. Sullo sfondo altri volumi di Fante usciti in Italia per Einaudi e Fazi.

“Prologo a Chiedi alla polvere” di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001. Sullo sfondo altri volumi di Fante usciti in Italia per Einaudi e Fazi.

Correva l’anno 1978 e a Los Angeles, Bukowski trascorreva le sue giornate tra un bicchiere e l’altro alla biblioteca pubblica di Los Angeles alla disperata ricerca di un libro che “gli parlasse, che gli dicesse qualcosa, che avesse un minimo rapporto con lui e la sua vita”. Tirò giù dagli scaffali un sacco di libri, di tutti i generi, perfino libri religiosi e di medicina.

“Poi, un giorno, ne presi uno e capii subito di essere arrivato in porto.
Rimasi fermo per un attimo a leggere, poi mi portai il libro al tavolo con l’aria di uno che ha trovato l’oro nell’immondezzaio cittadino. Le parole scorrevano con facilità, in un flusso ininterrotto. Ognuna aveva la sua energia ed era seguita da un’altra simile. La sostanza di ogni frase dava forma alla pagina e l’insieme risultava come scavato dentro di essa. Ecco, finalmente, uno scrittore che non aveva paura delle emozioni. Ironia e dolore erano intrecciati tra loro con straordinaria semplicità. Quando cominciai a leggere quel libro mi parve che mi fosse capitato un miracolo, grande e inatteso. Il libro era “Ask the Dust” e l’autore John Fante.”

La folgorazione diventò amore puro e devozione per tutte le opere dello scrittore di origini abruzzesi. Pur di vedere tornare nelle librerie le opere di Fante, Bukowski giunse a minacciare la sua casa editrice, la Black Sparrow, di non consegnare loro il manoscritto del suo nuovo romanzo se non avessero pubblicato anche i libri di Fante.

Il ritorno dei libri scritti da Fante nelle librerie questa volta segna una lenta ma inesauribile scalata verso l’olimpo dei grandi scrittori americani.

Edizione italiana del "Prologo a Chiedi alla polvere" di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001.

Edizione italiana del “Prologo a Chiedi alla polvere” di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001.

Se in Italia i libri di Fante sono iniziati a circolare, facendolo riscoprire anche nel nostro Paese, il merito lo si deve  soprattutto all’eccellente lavoro della casa editrice milanese marcos y marcos che nei primi anni duemila ne ha curato la pubblicazione e la distribuzione con grande cura e passione.

Sono queste, infatti, le edizioni più ricercate tra gli i lettori di Fante: in sostanza, le edizioni pubblicate prima che i diritti per la pubblicazione passassero a Einaudi che sta attualmente ripubblicando in economica l’intero catalogo.

Una di queste edizioni ricercate è un libretto minore, non si tratta nemmeno di un romanzo vero e proprio ma di uno scritto, una sorta di mémoire: il prologo al suo romanzo più famoso, il già citato Chiedi alla polvere.

Retro del libro "Prologo a Chiedi alla polvere" di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001.

Retro del libro “Prologo a Chiedi alla polvere” di John Fante, marcos y marcos, novembre 2001.

In questo volumetto di circa 150 pagine, Fante ripercorre la genesi del suo romanzo, non in prima persona, ma affidando la voce narrante al suo protagonista: il vulcanico Arturo Bandini, che nei romanzi rappresenta anche l’alter ego dello scrittore stesso.

Bandini è, infatti, un giovane aspirante scrittore statunitense, figlio di immigrati italiani, che sogna di diventare uno scrittore di successo. La pubblicazione di un suo racconto lo convince a lasciare il Colorando per trasferirsi a Los Angeles in cerca di fortuna. È qui che conoscerà una cameriera messicana, Camilla Lopez, con la quale inizierà una complicata relazione, passionale quanto burrascosa, sullo sfondo di una sconfinata voglia di riscatto sociale.

«Così l’ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c’è la polvere dell’Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.»

A completare il volume, la prima parte della sceneggiatura del film Chiedi alla polvere curata da Robert Towne (con il testo americano a fronte) e una nota del biografo di Fante, Stephen Cooper.

Dati di stampa del volume. La prima (e unica) edizione italiana è di novembre 2001.

Dati di stampa del volume. La prima (e unica) edizione italiana del “Prologo di Chiedi alla polvere” è di novembre 2001.

Nel 2016, quando Einaudi ripubblicherà Chiedi alla polvere, inserirà questo prologo in appendice. La ragione è che Fante, nel narrare la nascita del romanzo, si lascia prendere così tanto la mano che ne svela il finale. Ecco il motivo per il quale l’editore si è convinto che fosse meglio metterlo a conclusione del volume.

(A proposito delle ristampe proposte da Einaudi, qui trovate l’articolo sulla vistosa svista per colpa della quale il libro “Lettere 1932 – 1981” venne ritirato e ristampato subito dopo, facendo la gioia di molti collezionisti di libri.)

Ulteriori dettagli presenti nell'ultima pagina del volume: data e luogo di stampa.

Ulteriori dettagli presenti nell’ultima pagina del volume: data e luogo di stampa.

Concludendo, Prologo a Chiedi alla polvere, nell’edizione marcos y marcos – stampato il nove novembre 2001 –  inizia a essere un libro ricercato, tanto che il prezzo medio oscilla già tra i 70 e i 100 euro.

Ma, indipendentemente dal valore economico del volume, il consiglio è quello di leggere, leggere e rileggere John Fante perché sono sicuro che anche voi vi innamorerete perdutamente di Arturo Bandini, che ama uomini e animali dello stesso amore.

 

 



L’incipit:
«CHIEDETE ALLA POLVERE della strada! Chiedete alle iucche che sia ergono solitarie immagine del Mojave. Chiedete loro di Camilla Lopez, e sentirete sussurrarne il nome. Sì, perché l’ultimo che ha venduto la mia ragazza Camilla Lopez è stato un tubercoloso che viveva laggiù, all’inizio del Mojave, e lei se ne stava andando est col cane che ti avevo regalato, Pancho, e neanche lui l’ha più veduto nessuno»
(John Fante)
Anno di pubblicazione: novembre 2001
Casa editrice: marcos y marcos
Prezzo originale:  Lire 14.000 / € 7,23
Pagine: 159

Le lettere “sbagliate” di John Fante

Mentre stavo pensando a quale post pubblicare oggi, girando per casa, mi è venuto sotto gli occhi un libro pubblicato da Einaudi qualche anno fa. Si tratta di una raccolta di lettere dello scrittore italo-americano John Fante, che risalgono al periodo tra il 1932 e il 1981 e intitolata semplicemente: “Lettere”.

John Fante (1909-1983), figlio di immigrati abruzzesi, è stato uno degli scrittori e sceneggiatori americani con più talento nel Novecento, molto amato da Bukowski, che nel suo romanzo “Donne” lo definisce come “il migliore scrittore che abbia mai letto”.

Il libro, che non contiene inediti (il contenuto era già stato pubblicato anni prima dalla Fazi Editore), è balzato agli onori della cronaca per un simpatico e neppure piccolo errore fatto dalla casa editrice di Torino.

È l’11 novembre 2014, quando Einaudi twitta:

Tweet di Einaudi sull'errore nella copertina del libro di John Fante "Lettere".

Einaudi ammette l’errore.

Al posto del volto dell’autore americano, Einaudi ha stampato quello del poeta e saggista inglese Stephen Spender.

Copertina sbagliata "Lettere" di John Fante, casa editrice Einaudi, 2014.

Copertina sbagliata “Lettere” di John Fante, casa editrice Einaudi, 2014.

Alla notizia, gli utenti rispondono in maniera ironica, qualcuno è sconcertato, ma tutto sommato apprezzano la candida ammissione della casa editrice. Quello che si scatena subito dopo però è una caccia al libro. La notizia esce sulle maggiori testate nazionali e, in pochi giorni, un titolo comunque di nicchia, diventa un best-seller. Su IBS, distributore online, il titolo arriva al 28° posto che è oltre l’aspettativa di vendita prevista.

Infatti, Einaudi, nuovamente su Twitter ironizza:

Tweet ironico di Einaudi sull'errore nella copertina del libro di John Fante "Lettere".

Einaudi ironizza sul proprio errore.

Ma come è potuta accadere questa svista?
La risposta più ovvia è che qualcuno, responsabile del progetto, abbia semplicemente digitato “John Fante” dentro il motore di ricerca immagini di Google.
E in effetti, non sappiamo il perché, uno dei primi risultati della ricerca non è John Fante ma Stephen Spender!

Se si cerca John Fante su Google, nelle immagini appare un'altra persona.

Se si cerca John Fante su Google, nelle immagini appare un’altra persona.

 

Oggi, il libro con la copertina sbagliata è in vendita su eBay.it ancora al prezzo di copertina, indice che comunque il libro è stato stampato in un numero generoso di copie (a differenza di quanto affermato dalla casa editrice).

Noi restiamo in attesa di vedere se con il tempo questo volume accrescerà il suo valore tra i collezionisti.

Aletta della copertina sbagliata "Lettere" di John Fante.

Aletta della copertina sbagliata “Lettere” di John Fante.

 

 


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