Tiziano Terzani, il noto giornalista, nel 1968 non è ancora il Terzani che abbiamo imparato a conoscere. Non è il giornalista di guerra, non è ancora lo scrittore di pace, non è ancora il “mito Terzani”.
In quell’anno è uno studente della Columbia University, trasferitosi negli USA per studiare il cinese e arrivare a essere il primo giornalista straniero a entrare in Cina. Terzani amava la Cina. Anche quella di Mao e, come molti suoi contemporanei, l’aveva idealizzata. L’impresa sembrava impossibile, ma lui riuscì a entrarci (anche se poi ne sarà espulso nel 1984).
Nello stesso anno, Kuang Huan Fan pubblica un libro. Si intitola “The Chinese Cultural Revolution” e poco dopo sarà edito in Italia da “La Nuova Italia” di Firenze con il titolo “La Cultura di Mao” (traduzione di Anna Backhaus Righini). E al giovane Terzani viene chiesto di introdurre per il pubblico italiano questa antologia di documenti sulla “Rivoluzione Culturale” di Mao Tse-tung.
Il libro non è facilissimo da trovare. Le poche copie ancora in giro hanno prezzi piuttosto alti. Su eBay, a oggi, le uniche copie di disponibili hanno una valutazione che oscilla tra i 90 e i 110 euro.
Se però non volete spendere queste cifre, ma volete comunque leggere l’introduzione scritta da Terzani, potete scaricare la versione in .pdf qui grazie al sito www.tizianoterzani.com che l’ha messo a disposizione.
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L’incipit:
«Sulla Rivoluzione culturale ormai s’è scritto molto, e si continuerà a scrivere, data l’enorme portata dell’avvenimento. Resta però che in Occidente (URSS compresa) la maggior parte della letteratura sulla Cina soffre in genere di quell’etnocentrismo culturale che porta sovente a raffigurare fenomeni di altre civiltà come episodi assurdi o come meccanismi di massa privi di significato per i criteri impliciti nella nostra civiltà e le loro proiezioni interpretative. Nel caso della Cina in particolare si aggiungono pregiudiziali di carattere ideologico-politico, riverberi di vecchie fobie (tipo “pericolo giallo”) che anche quando si manifestano in altre forme, come nel credere che ci sia una maggiore disponibilità da parte dei popoli asiatici a regimi dispotici o totalitari, o nel credere che questi popoli attribuiscano un valore diverso alla vita umana, scaturiscono lutti dallo stesso cliché.»
(Tiziano Terzani)
Anno di pubblicazione: giugno 1969
Casa editrice: La Nuova Italia
Prezzo originale: 2000 Lire
Pagine: 364
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