Nino Bixio e Tiziano Terzani

Tiziano Terzani, oltre che un grande giornalista e viaggiatore, fu un grande lettore e la sua collezione di oltre 6.000 libri oggi è ospitata presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

È una fortuna che una collezione così ampia sia rimasta per lo più integra e ora a disposizione di studiosi e appassionati.

Ovviamente è successo anche che qualcuno di questi volumi negli anni passati sia uscito da questa collezione e sia finito sul mercato. È il caso di una biografia di Nino Bixio scritta nel 1973 da Marcello Staglieno, giornalista genovese, e pubblicata da Rizzoli.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Sulla sinistra il cofanetto, sulla destra il libro con il segnalibro pubblicitario ancora presente.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Sulla sinistra il cofanetto, sulla destra il libro con il segnalibro pubblicitario ancora presente.

Il volume di per sé non è rarissimo, la biografia dell’eroe del Rinascimento è facile da recuperare, ma ciò che rende speciale e unica questa copia sono la firma e il timbro di appartenenza che troviamo nella prima pagina del volume: “Tiziano Terzani Firenze Agosto 1983” con a fianco il timbro quadrato a inchiostro rosso con caratteri cinesi che riproduce la traduzione del nome Deng Tiannuo, adottato dallo stesso Terzani durante il suo soggiorno in Cina.

Firma e timbro di Tiziano Terzani apposti nella prima pagina del libro.

Firma e timbro di Tiziano Terzani apposti nella prima pagina del libro.

Terzani, in un passo del suo libro più famoso Un indovino mi disse che descrive il suo ritorno in Asia assieme alla moglie, a bordo della nave Trieste, cita proprio Nino Bixio.

All’imbocco dello Stretto di Malacca passammo accanto a un gruppo di isole. Una era piccola e disabitata, circondata da rocce e faraglioni; sull’altra, più grande e coperta di palme, spiccava la sagoma bianca di una chiesa cattolica. Era l’isola di Wè, dove è sepolto Nino Bixio, compagno deluso di Garibaldi, venuto in Asia a cercare di far fortuna e a sfogare le sue frustrazioni dopo la spedizione dei Mille. Un tempo i marinai italiani che passavano da lì salivano in coperta a salutare, ma anche quell’abitudine è stata accantonata.
Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, Capitolo 23

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Prima edizione: novembre 1973.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Prima edizione: novembre 1973.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani all'interno del suo cofanetto.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani all’interno del suo cofanetto.

Ecco quindi un bell’esempio di un libro che oltre a raccontare la storia descritta al suo interno, entra in una storia più grande, più interessante. Una sorta di cimelio appartenuto a uno dei più grandi giornalisti italiani del secolo scorso.

 

 



L’incipit:
«Su Bixio esistono almeno sei biografie, “medaglioni” a decine e centinaia di articoli. Si tratta però di di interpretazioni – talune celebrative, altre denigratorie – il più delle volte faziose. Violento, arrogante, esibizionista, temuto dagli uomini e amato dalle donne – mozzo a 13 anni, volontario nella Marina sarda a 18, combattente nella Repubblica romana, capitano di carrette sui cinque oceani, tenente colonnello nel ’59, “Secondo dei Mille”, generale nell’esercito regolare, deputato al Parlamento e senatore del Regno – , egli aveva tutto, compresa la morte nel lontano Oriente, per essere e restare un personaggio.»
(Marcello Staglieno)
Anno di pubblicazione: 1973
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo originale: sconosciuto
Pagine: 344

Un libro e un’autrice poco conosciuti: Peking di Peter Lum

Diversi anni fa, lessi un’intervista alla moglie di Tiziano Terzani, nella quale veniva citato un libro in lingua inglese mai più ristampato, ma che piacque molto al compianto giornalista fiorentino.

Intervista ad Angela Staude, moglie di Tiziano Terzani dove viene citato il libro di cui parliamo in questo articolo (fonte: web)

Intervista ad Angela Staude, moglie di Tiziano Terzani dove viene citato il libro di cui parliamo in questo articolo (fonte: web)

Si trattava di “Peking” della scrittrice Peter Lum. Una breve sinossi e poi basta, nessun’altra informazione.

La cosa però mi incuriosì parecchio. Soprattutto perché ultimamente vado alla ricerca di libri che parlano di mondi che ormai, ahinoi, stanno sparendo. L’Asia soprattutto, vista attraverso gli occhi dei pochi stranieri che hanno potuto vivere laggiù e raccontarla agli europei, dev’essere stato un paese straordinario. Straordinario proprio nel senso etimologico della parola: non ordinario, fuori dal consueto.

Oggi, chi vola fino laggiù scopre quanto la globalizzazione abbia arrecato dei danni a certe culture che erano rimaste isolate a lungo. Non solo i Paesi più piccoli dell’Asia, ma anche la Cina di metà ‘900 era un Paese totalmente diverso da quello di oggi.

Tornando al libro, qualche mese dopo aver letto l’intervista, riuscii a trovare una prima edizione, non costosissima per fortuna e in buone condizioni. Il libro ogni tanto appare e scompare sul web, ma di per sé rappresenta, per il suo contenuto, davvero un “piccolo gioiello”, come lo aveva definito la signora Terzani.

Il libro, pubblicato nel 1958 dalla casa editrice Robert Hale Limited, racconta la vita della signora Lum che con la famiglia si trasferì a Pechino dove si interesserò alle meraviglie della cultura cinese, alle sue leggende e al suo folklore. Viaggiò parecchio anche verso i confini della Cina, come in Mongolia, alla vigila della guerra cino-giapponese.

Prima edizione inglese del libro Peking di Peter Lum.

Prima edizione inglese del libro Peking di Peter Lum.

Se per quanto riguarda la ricerca del libro penso di essere stato piuttosto fortunato, decisamente meno lo sono stato nella ricerca di informazioni sulla sua autrice.

La prima difficoltà – forse banale – è stata capire che nonostante il nome in copertina, chi l’ha scritto è una donna e non un uomo. Infatti Peter (Peter boy per essere precisi) è il nomignolo che Eleanor Bettina Lum si è portata dietro sin da bambina e ha utilizzato per firmare i suoi libri.

Poche, pochissime altre tracce di lei nel web.
Più di lei, sono famose le persone che le sono ruotate attorno: dal marito, un certo Sir Colin Tradescant Crowe (che sposandola la farà diventare Lady, Lady Crowe), al padre Burt Francis Lum (un missionario americano) e alla madre, l’artista Bertha Lum, famosa per aver fatto conoscere fuori dal Giappone una particolare tecnica di stampa. La madre, oggi, ha persino una sua pagina su Wikipedia, mentre la figlia ancora no.
L’ultima informazione disponibile è che non ha avuto figli.

Tra le poche fonti, sono riuscito a recuperare un necrologio, datato 1983, che la riguardava, ma celebrandola in maniera ufficiale veniva chiamata: “Lady Crowe, moglie di Sir Colin Crowe” e non Peter. In quelle poche righe una breve biografia umana e artistica in cui viene anche citato (almeno) il presente apprezzato libro.

Mi auguro che il futuro le riservi una riscoperta del suo prezioso lavoro e una rilettura da parte di nuovi lettori affascinati dalla sua esperienza.

Peking di Peter Lum. Anno di pubblicazione: 1958

Peking di Peter Lum. Anno di pubblicazione: 1958

Peking di Peter Lum. Anno di pubblicazione: 1958.

Peking di Peter Lum. Anno di pubblicazione: 1958.

Pagina dei crediti con l'anno di pubblicazione del libro Peking di Peter Lum

Pagina dei crediti con l’anno di pubblicazione del libro Peking di Peter Lum

Inserto fotografico presente all'interno del libro Peking di Peter Lum.

Inserto fotografico presente all’interno del libro Peking di Peter Lum.

 



L’incipit:

«This is a superficial book. It could scarcely be otherwise.»
(Peter Lum)

Anno di pubblicazione: 1958
Casa editrice: Robert Hale Limited
Prezzo originale: 
Pagine: 186


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    Terzani prima di Terzani. L’introduzione alla Cultura di Mao

    Tiziano Terzani, il noto giornalista, nel 1968 non è ancora il Terzani che abbiamo imparato a conoscere. Non è il giornalista di guerra, non è ancora lo scrittore di pace, non è ancora il “mito Terzani”.

    In quell’anno è uno studente della Columbia University, trasferitosi negli USA per studiare il cinese e arrivare a essere il primo giornalista straniero a entrare in Cina. Terzani amava la Cina. Anche quella di Mao e, come molti suoi contemporanei, l’aveva idealizzata. L’impresa sembrava impossibile, ma lui riuscì a entrarci (anche se poi ne sarà espulso nel 1984).

    La copertina del libro "La cultura di Mao" con la prefazione di Tiziano Terzani. (1968 La Nuova Italia).

    La copertina del libro “La cultura di Mao” con la prefazione di Tiziano Terzani. (1968 La Nuova Italia).

    Nello stesso anno, Kuang Huan Fan pubblica un libro. Si intitola “The Chinese Cultural Revolution” e poco dopo sarà edito in Italia da “La Nuova Italia” di Firenze con il titolo “La Cultura di Mao” (traduzione di Anna Backhaus Righini). E al giovane Terzani viene chiesto di introdurre per il pubblico italiano questa antologia di documenti sulla “Rivoluzione Culturale” di Mao Tse-tung.

    Il libro non è facilissimo da trovare. Le poche copie ancora in giro hanno prezzi piuttosto alti. Su eBay, a oggi, le uniche copie di disponibili hanno una valutazione che oscilla tra i 90 e i 110 euro.
    Se però non volete spendere queste cifre, ma volete comunque leggere l’introduzione scritta da Terzani, potete scaricare la versione in .pdf qui grazie al sito www.tizianoterzani.com che l’ha messo a disposizione.

    Dettaglio della copertina del libro "La cultura di Mao" con la prefazione di Tiziano Terzani. (1968 La Nuova Italia).

    Dettaglio della copertina del libro “La cultura di Mao” con la prefazione di Tiziano Terzani. (1968 La Nuova Italia).

    Pagina dei crediti del libro "La cultura di Mao" con la prefazione di Tiziano Terzani. Con riportata la scritta "Prima edizione, giugno 1968.

    Pagina dei crediti del libro “La cultura di Mao” con la prefazione di Tiziano Terzani. Con riportata la scritta “Prima edizione, giugno 1968.

     



    L’incipit:
    «Sulla Rivoluzione culturale ormai s’è scritto molto, e si continuerà a scrivere, data l’enorme portata dell’avvenimento. Resta però che in Occidente (URSS compresa) la maggior parte della letteratura sulla Cina soffre in genere di quell’etnocentrismo culturale che porta sovente a raffigurare fenomeni di altre civiltà come episodi assurdi o come meccanismi di massa privi di significato per i criteri impliciti nella nostra civiltà e le loro proiezioni interpretative. Nel caso della Cina in particolare si aggiungono pregiudiziali di carattere ideologico-politico, riverberi di vecchie fobie (tipo “pericolo giallo”) che anche quando si manifestano in altre forme, come nel credere che ci sia una maggiore disponibilità da parte dei popoli asiatici a regimi dispotici o totalitari, o nel credere che questi popoli attribuiscano un valore diverso alla vita umana, scaturiscono lutti dallo stesso cliché.»
    (Tiziano Terzani)

    Anno di pubblicazione: giugno 1969
    Casa editrice: La Nuova Italia
    Prezzo originale: 2000 Lire
    Pagine: 364


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      Il primo diario di guerra di Tiziano Terzani

      Il libro di oggi è una piccola chicca nel panorama italiano.

      Ha un bel titolo, di quelli che colpiscono subito l’immaginario del lettore: “Pelle di leopardo“.
      Sottotitolo: “Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973“. E l’autore è un giovane Tiziano Terzani.

      Copertina della 1a edizione del libro di Tiziano Terzani "Pelle di Leopardo".

      Copertina della 1a edizione del libro di Tiziano Terzani “Pelle di Leopardo”.

      Si tratta del diario dei due anni trascorsi dal giornalista a seguire le varie fasi del guerra del Vietnam.

      L’immagine suggerita dal titolo fa riferimento alla mappa del Paese in quegli anni che sembrava disegnata a macchie, a seconda che una zona fosse occupata da una o l’altra delle parti del conflitto.

      Se, senza dubbio, tutti i libri di Tiziano Terzani sono preziosi per il loro contenuto, in questo caso, la prima edizione di questo libro ha anche un valore di mercato non modesto. A oggi, difficilmente riuscite a procurarvi una copia a meno di 150-170 euro. Ma alcuni esemplari sono stati venduti anche a 250 euro quest’anno.

      Il libro viene pubblicato per la prima volta in Italia dalla casa editrice Feltrinelli nel 1973 nella collana “Franchi Narratori“. Questa collana piuttosto interessante, oggi  purtroppo chiusa, si occupava di raccogliere quei testi all’epoca considerati “irregolari” rispetto alla letteratura classica o al documentarismo. Si trattava infatti perlopiù di diari o esperienze vissute direttamente dagli scrittori come giornalisti di guerra.

      Dimensioni del volume: 19×13 cm.

      Pagina interna che certifica la prima edizione italiana del novembre 1973.

      Pagina interna che certifica la prima edizione italiana del novembre 1973.

      Retro copertina della prima edizione del libro di Tiziano Terzani "Pelle di leopardo" del 1973.

      Retro copertina della prima edizione del libro di Tiziano Terzani “Pelle di leopardo” del 1973.

       

       


      L’incipit:

      «Saigon, 7 aprile 1972

      La guerra è una cosa triste, ma ancora più triste è il fatto che ci si fa l’abitudine.»
      (Tiziano Terzani)

      Anno di pubblicazione: I edizione novembre  1973
      Casa editrice: Feltrinelli
      Prezzo originale: 2.600 Lire
      Pagine: 231


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