Fantozzi: il primo libro di Paolo Villaggio

Paolo Villaggio (1932 – 2017), oltre che attore, comico, sceneggiatore, doppiatore e regista fu anche un prolifico scrittore. Scrisse infatti circa una trentina di libri e molti articoli per diversi giornali.

Tra i libri pubblicati, il primo – e uno dei più famosi – porta il titolo del personaggio che lo ha reso immortale: Fantozzi.

La prima edizione di Fantozzi di Paolo Villaggio, 1971 Rizzoli Editore.

La prima edizione di Fantozzi di Paolo Villaggio, 1971 Rizzoli Editore.

Fantozzi uscì nel 1971 pubblicato da Rizzoli Editore quattro anni prima dell’esordio al cinema. All’interno del volume sono pubblicati una serie di racconti scritti e già pubblicati da Villaggio negli anni precedenti sulla rivista L’Europeo.

Come ci ricorda Wikipedia: “Il libro si divide in quattro capitoli: Fantozzi di primavera, Fantozzi d’estate, Fantozzi d’autunno e Fantozzi d’inverno, che a loro volta contengono una raccolta di capitoletti in cui sono descritte le tragicomiche avventure del ragionier Fantozzi e del suo amico e collega ragionier Fracchia (che verrà sostituito nel terzo libro da Silvio Filini).”

Dati di stampa della prima edizione di Fantozzi di Paolo Villaggio. Prima edizione: agosto 1971.

Dati di stampa della prima edizione di Fantozzi di Paolo Villaggio. Prima edizione: agosto 1971.

Inutile dilungarsi nella descrizione di Fantozzi, il personaggio è ormai entrato nel mito: figlio dell’Italia degli anni del post-boom economico, stereotipo dell’italiano medio costretto a subire ingiustizie da parte di colleghi, capi e vicini di casa, insicuro ma mai disperato, ha raccontato gli italiani e l’Italia nel modo più verosimile possibile.

Il libro diventò presto un bestseller tanto che furono le vendite di questo volume e del suo seguito Il secondo tragico libro di Fantozzi (1974) a convincere Paolo Villaggio a portare le disavventure del ragioniere sul grande schermo, ottenendo un successo senza precedenti.

Copertina del libro, la firma di Villaggio è prestampato.

Copertina del libro, la firma di Villaggio è prestampato.

Dettagli della prima edizione del libro di Paolo Villaggio: Fantozzi, Rizzoli Editore, 1971.

Dettagli della prima edizione del libro di Paolo Villaggio: Fantozzi, Rizzoli Editore, 1971.

Il valore del libro ha subito un aumento alla morte dell’autore che ha scatenato – come succede spesso in questi casi – una caccia al libro. Oggi si riescono a trovare ancora delle copie ma attenzione che sia una prima edizione! Il libro infatti è stato ristampato più di venti volte solo nel primo anno di uscita nelle librerie! Quindi fate attenzione alla data di stampa: agosto 1971.

Una raccolta di alcuni libri della saga di Fantozzi scritti da Paolo Villaggio.

Una raccolta di alcuni libri della saga di Fantozzi scritti da Paolo Villaggio.

 

 




L’incipit:

«In fondo, a Fantozzi, la signorina Silvani, che lavorava su in contabilità, piaceva abbastanza. Non era certo una bellezza, anzi a voler essere un po’ severi era un «mostrino» di gamba corta all’italiana, denti da coniglietto e capelli tinti, ma certo più viva di sua moglie signora Pina, della quale lui odiava la rassegnazione del subire il loro tragico ménage matrimoniale senza speranze, ma soprattutto più giovane.»
(Paolo Villaggio)
Anno di pubblicazione: agosto 1971
Casa editrice: Rizzoli Editore
Prezzo originale:  Lire 2.000
Pagine: 191

Nino Bixio e Tiziano Terzani

Tiziano Terzani, oltre che un grande giornalista e viaggiatore, fu un grande lettore e la sua collezione di oltre 6.000 libri oggi è ospitata presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

È una fortuna che una collezione così ampia sia rimasta per lo più integra e ora a disposizione di studiosi e appassionati.

Ovviamente è successo anche che qualcuno di questi volumi negli anni passati sia uscito da questa collezione e sia finito sul mercato. È il caso di una biografia di Nino Bixio scritta nel 1973 da Marcello Staglieno, giornalista genovese, e pubblicata da Rizzoli.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Sulla sinistra il cofanetto, sulla destra il libro con il segnalibro pubblicitario ancora presente.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Sulla sinistra il cofanetto, sulla destra il libro con il segnalibro pubblicitario ancora presente.

Il volume di per sé non è rarissimo, la biografia dell’eroe del Rinascimento è facile da recuperare, ma ciò che rende speciale e unica questa copia sono la firma e il timbro di appartenenza che troviamo nella prima pagina del volume: “Tiziano Terzani Firenze Agosto 1983” con a fianco il timbro quadrato a inchiostro rosso con caratteri cinesi che riproduce la traduzione del nome Deng Tiannuo, adottato dallo stesso Terzani durante il suo soggiorno in Cina.

Firma e timbro di Tiziano Terzani apposti nella prima pagina del libro.

Firma e timbro di Tiziano Terzani apposti nella prima pagina del libro.

Terzani, in un passo del suo libro più famoso Un indovino mi disse che descrive il suo ritorno in Asia assieme alla moglie, a bordo della nave Trieste, cita proprio Nino Bixio.

All’imbocco dello Stretto di Malacca passammo accanto a un gruppo di isole. Una era piccola e disabitata, circondata da rocce e faraglioni; sull’altra, più grande e coperta di palme, spiccava la sagoma bianca di una chiesa cattolica. Era l’isola di Wè, dove è sepolto Nino Bixio, compagno deluso di Garibaldi, venuto in Asia a cercare di far fortuna e a sfogare le sue frustrazioni dopo la spedizione dei Mille. Un tempo i marinai italiani che passavano da lì salivano in coperta a salutare, ma anche quell’abitudine è stata accantonata.
Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, Capitolo 23

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Prima edizione: novembre 1973.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani. Prima edizione: novembre 1973.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani all'interno del suo cofanetto.

La copia della biografia di Nino Bixio appartenuta a Tiziano Terzani all’interno del suo cofanetto.

Ecco quindi un bell’esempio di un libro che oltre a raccontare la storia descritta al suo interno, entra in una storia più grande, più interessante. Una sorta di cimelio appartenuto a uno dei più grandi giornalisti italiani del secolo scorso.

 

 



L’incipit:
«Su Bixio esistono almeno sei biografie, “medaglioni” a decine e centinaia di articoli. Si tratta però di di interpretazioni – talune celebrative, altre denigratorie – il più delle volte faziose. Violento, arrogante, esibizionista, temuto dagli uomini e amato dalle donne – mozzo a 13 anni, volontario nella Marina sarda a 18, combattente nella Repubblica romana, capitano di carrette sui cinque oceani, tenente colonnello nel ’59, “Secondo dei Mille”, generale nell’esercito regolare, deputato al Parlamento e senatore del Regno – , egli aveva tutto, compresa la morte nel lontano Oriente, per essere e restare un personaggio.»
(Marcello Staglieno)
Anno di pubblicazione: 1973
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo originale: sconosciuto
Pagine: 344

Di fate e di streghe

Negli anni Ottanta e Novanta di libri di genere fantasy ne circolavano parecchi di meno rispetto a oggi.
Ciononostante, o forse proprio per questo, i pochi volumi esistenti erano realizzati con più cura dalle case editrici: dimensioni più grandi, buona carta, attenzione alla stampa.

Tra queste sicuramente la Rizzoli che nel corso degli Anni di quei decenni pubblicò una serie di volumi (tra cui il già citato Libro degli Gnomi) tutti molto ben realizzati.

Recentemente, ho avuto la fortuna di acquistare in una bancarella due volumi simili come argomento:
Fate di Froud e Lee, a cura di David Larkin, e Streghe di Erica Jong, con le illustrazioni di Joseph A. Smith.

Le prime edizioni del libro "Fate" di Froud-Lee e "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli.

Le prime edizioni del libro “Fate” di Froud-Lee e “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli.

Il primo libro è uscito in Italia nel 1979 ed è stato a tutti gli effetti un best seller (tant’è che nel 2003 ne è stata pubblicata un’edizione speciale – con più pagine e disegni inediti – per festeggiarne i 25 anni).
Gli illustratori si chiamano Brian Froud e Alan  Lee. Al grande pubblico forse questi nomi non diranno molto, ma per gli amanti del genere Fantasy sono dei veri miti viventi.
Inglesi, nati entrambi nel 1947, entrambi pittori e illustratori, Froud è anche stato – con il suo lavoro – concept artist per il film fantasy del 1986 Labyrinth con David Bowie. Mentre Lee è stato il primo illustratore de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien e nel 2004 ha vinto il premio Oscar per la migliore scenografia per l’adattamento cinematografico di Peter Jackson.

Il libro è una sorta di enciclopedia di creature magiche, le faeries appunto, e, quando uscì, contribuì a creare un nuovo immaginario collettivo per i lettori dell’epoca fino ad allora abituati a una nebulosa descrizione di queste creature. La bravura di Lee e Froud fu di dare un soffio vitale a questi disegni attraverso  le loro matite, tempere e acquarelli. Non più dolci disegni di fatine in stile disneyano, ma creature recuperate dalle leggende nordiche, esseri scontrosi, sensibili, irascibili, vagabondi, capricciosi, maligni, deformi e maliziosi da cui stare alla larga.

Risvolto di copertina della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Risvolto di copertina della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Illustrazioni interne della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Illustrazioni interne della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Pagine interne della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Pagine interne della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Pagina dei crediti della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Pagina dei crediti della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Il libro della Rizzoli, con le sue dimensioni di 21,5×31 cm e le sue 185 illustrazioni (di cui 147 “a quattro colori”) si chiude con un’appendice molto simpatica: invece delle biografie dei due autori, sono state inserite delle fotografie in cui – facendo attenzione – si possono vedere dei folletti che spiano i due illustratori al lavoro in mezzo a un bosco e una dichiarazione di entrambi che ne assicurano l’autenticità.
L’idea di queste fotografie ricalca il celebre episodio conosciuto come “le fate di Cottingley” del 1917: due bambine, abitanti del piccolo villaggio inglese di Bradford, si fotografarono assieme a delle piccole sagome di cartone rappresentanti delle fate e le spacciarono per vere. All’epoca, queste fotografie fecero molto parlare di loro. La stampa arrivò fino al punto di coinvolgere perfino Sir Arthur Conan Doyle (il padre di Sherlock Holmes) che, dopo un primo momento di scetticismo, si convinse pure lui dell’autenticità delle fotografie.

Appendice al libro che introduce la documentazione fotografica sull'esistenza delle fate.

Appendice al libro che introduce la documentazione fotografica sull’esistenza delle fate.

La documentazione fotografica che testimonierebbe l'esistenza di creature magiche alle spalle degli autori.

La documentazione fotografica che testimonierebbe l’esistenza di creature magiche alle spalle degli autori.

Il libro, oggi, in Italia è ristampato in edizioni più economiche rispetto alla prima edizione e con un font diverso per quanto riguarda i testi scritti in matita, ora decisamente più marcati e di più facile lettura. La prima edizione si differenza inoltre dalla seconda dello stesso periodo per il colore della copertina sotto la sovraccoperta (color perla la prima, verde la seconda). Entrambe, comunque, riportano una sovrastampa color oro di due folletti che stanno giocando.

Stampa in vernice dorata sulla copertina rigida della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

Stampa in vernice dorata sulla copertina rigida della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

La prima edizione a confronto con una edizione economica successiva: differenti le dimensioni ma differenti anche i caratteri tipografici.

La prima edizione a confronto con una edizione economica successiva: differenti le dimensioni ma differenti anche i caratteri tipografici.

Confronto dei caratteri tipografici utilizzati per la prima edizione e una più recente. Il nuovo carattere aumenta la leggibilità dei testi che simulano la scritta a mano.

Confronto dei caratteri tipografici utilizzati per la prima edizione e una più recente. Il nuovo carattere aumenta la leggibilità dei testi che simulano la scritta a mano.

Streghe, invece, è opera della scrittrice americana Erica Jong (New York, 1942) con la collaborazione dell’illustratore Joseph A. Smith.
Anche questo libro ebbe un buon successo, complice la carriera letteraria della Jong che, a partire dal suo primo romanzo Paura di volare, dove la protagonista femminile scardinava un mondo maschilista, creò un vero e proprio caso.
La prosa del libro è accattivante, a differenza del libro precedente: qui le illustrazioni vanno di pari passo con i testi e a volte lasciano loro spazio. La Jong indaga sia sulla realtà storica che sugli archetipi delle streghe: sopravvissute agli atti di stregoneria, spesso capri espiatori, nel mezzo di uno scontro tra Chiesa e Stato dove era forte la prevalenza maschile, guaritrici naturali, creatrici di pozioni d’amore e di formule magiche.
La domanda che si pone la scrittrice nel libro è fondamentalmente: chi erano le streghe in fondo? Eretiche o guaritrici? Adoratrici di dei pagai, o soltanto donne che non avevano paura di volare?

Avvertimento al lettore nella prima pagina del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Avvertimento al lettore nella prima pagina del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Pagine interne alla prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Pagine interne alla prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Dettaglio di una pagina interna della prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Dettaglio di una pagina interna della prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Alcune pagine del libro si aprono per permettere al lettore una completa visione delle stupende illustrazioni interne. "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Alcune pagine del libro si aprono per permettere al lettore una completa visione delle stupende illustrazioni interne. “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Streghe si conclude con una commovente dedica, sotto forma di poesia, intitolata “Per tutte coloro che son morte“:

“Per tutte coloro che sono morte denudate, rasate, rapate.
Per tutte coloro che hanno invocato invano la grande Dea
solo per aver la lingua strappata alla radice.
Per tutte coloro che sono state trafitte, torturate, spezzate sulla ruota
per i peccati dei loro Inquisitori.
Per tutte coloro la cui bellezza suscitò il furore dei torturatori;
per tutte coloro cui la bruttezza fu condanna.
Per tutte coloro che non eran belle né brutte, ma solo donne orgogliose.
Per tutte le abili dita spezzate dalla morsa.
Per tutte le braccia morbide strappate dall’alveolo.
Per tutti i seni in boccio dilaniati da pinze incandescenti.
per tutte le levatrici uccise per il peccato
di aver fatto nascere l’uomo in un mondo imperfetto.
Per tutte quelle streghe, mie sorelle,
che respiravano più liberamente avvolte dalle fiamme,
sapendo, mentre abbandonavano le spoglie femminili,
e la carne bruciata cadeva come frutta nelle fiamme,
che solo la morte le avrebbe mondate del peccato
per cui morivano il peccato di esser nata donna,
che è più della somma delle parti di un corpo femminile.”

Dedica conclusiva del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Dedica conclusiva del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Il libro, pubblicato anch’esso dalla Rizzoli nel settembre del 1983, nella sua prima edizione ha le dimensioni di 24×30,5 cm e, a differenza di Fate, non è più in commercio. Per trovare una copia rimangono solo i mercatini e i siti online.
La valutazione per la sua prima edizione oscilla dagli 80 ai 120 euro.

Prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

Prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

 


L’incipit di Fate:

«Il termine fata deriva dall’antico ‘faunce o fatuce’ che nella mitologia pagana indicava le compagne dei fauni, creature dotate del potere di predire il futuro e di soprassedere agli eventi umani. La denominazione fata deriva anche da ‘fatica’, parola che nel medioevo fu sinonimo di ‘donna selvatica’ cioè di donna dei boschi, delle acque e, in genere, del mondo naturale.»
(Brian Froud e Alan  Lee)

Anno di pubblicazione: 1979
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo originale: 19.000 lire
Pagine: [non disponibile]

 

L’incipit di Streghe:

«Se non avete mai desiderato che un incantesimo costringesse qualcuno ad amarvi,
non avete mai desiderato una bacchetta magica,
non avete mai desiderato un mantello che vi rendesse invisibili,
non vi siete mai chiesti come facciano le streghe a volare.»
(Erica Jong)

Anno di pubblicazione: settembre 1983
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo originale: [non disponibile]
Pagine: 174


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    I ricordi di McCartney e quelli di Harrison

    “I libri sono tutto, il libri sono la vita.” Questa frase l’ha pronunciata Inge Feltrinelli.
    Potremmo forse dire lo stesso per la musica: “la musica è tutto, la musica è la vita”.
    E quando musica e letteratura hanno la fortuna di intrecciarsi, il risultato spesso è un prodotto davvero interessante.

    È il caso dei due libri di cui voglio parlare oggi.

    Anche se l’anno di pubblicazione è diverso, i traduttori sono diversi e pure lo stile della narrazione, entrambi questi libri raccontano le vite di due leggende della musica contemporanea: Paul McCartney e George Harrison.

    Se mi è permesso eviterei, per ovvie ragioni, di introdurre la loro biografia e passerei subito all’oggetto-libro in sé.

    Andiamo con ordine, il primo libro a uscire nelle librerie italiane è Paul McCartney: Many Years from Now, la biografia ufficiale e autorizzata di Paul scritta da Barry Miles e pubblicata nell’ottobre 1997 dalla casa editrice Rizzoli con l’aggiunta del sottotitolo: Ricordo di una vita.

    La copertina della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney "Many years from now - Ricordo di una vita", Rizzoli 1997.

    La copertina della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney “Many years from now – Ricordo di una vita”, Rizzoli 1997.

    Il titolo del libro si rifà a un verso della canzone When I’m Sixty-Four tratta dall’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band:

    When I get older losing my hair
    Many years from now
    Will you still be sending me a Valentine
    Birthday greetings bottle of wine […]

    Nel libro, narrato in prima persona da Paul, vengono raccontati al giornalista inglese Barry Miles tutti i ricordi della sua vita: quella da bambino nella Liverpool del dopoguerra, gli anni nella swinging London, la carriera nei Beatles, quella solista fino ad arrivare al 1997, anno in cui la Regina Elisabetta II lo nomina Cavaliere facendolo  così divenire Sir Paul McCartney.

    Tutto questo libro è frutto di cinque anni di interviste realizzate da Miles ed è un tesoro di aneddoti e curiosità sulla vita di uno dei musicisti più famosi al mondo: si parla sia dell’amicizia con gli altri componenti dei Fab Four sia di come sono nate molte delle sue canzoni. I protagonisti del libro, tirando le somme, risultano essere lui e Lennon, confermando così il dualismo all’interno del gruppo sopratutto nella scrittura delle canzoni.

    Pagine interne della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney "Many years from now - Ricordo di una vita", Rizzoli 1997.

    Pagine interne della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney “Many years from now – Ricordo di una vita”, Rizzoli 1997.

    Pagina dei crediti della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney con l'indicazione "Prima edizione: ottobre 1997".

    Pagina dei crediti della prima edizione italiana della biografia di Paul McCartney con l’indicazione “Prima edizione: ottobre 1997”.

    Tutte queste informazioni scritte nel libro fanno perdonare i numerosi errori di traduzione (e anche di grammatica) presenti nel libro. Come se i due traduttori fossero andati un po’ troppo di fretta e non avessero avuto modo di rileggere (e nemmeno l’editor a questo punto) la versione in italiano.
    Esempi? “Un’amalgama” con l’apostrofo (“amalgama” è maschile), “actually” con “attualmente” anziché con “effettivamente”, “Silver Beates” (così, senza la “l”), “What goes on” (il titolo di una canzone dell’album “Rubber Soul”) diventa “What goes in”, sveglie che diventano campane d’allarme e Jimi Hendrix che diventa Jimi Endrix perdendo l’H, ecc…

    Il libro non è stato più ristampato, probabilmente a causa del termine dei diritti. E ora si trova solo nei mercatini e online. Il prezzo, mentre scrivo, è variabile: va dai 50 ai 100 euro. Ed è un libro che davvero non può mancare nella vostra biblioteca!

    Arriviamo ora al secondo libro.

    Si tratta dell’autobiografia dell’ex chitarrista dei Beatles George Harrison, uscita con il titolo I, Me, Mine o I Me Mine, scritta con l’aiuto di Derek Taylor, portavoce dei Fab Four, e pubblicata per la prima volta in lingua inglese il 4 novembre 1980, ma in Italia uscirà la ristampa riveduta e curata dalla moglie Olivia il 13 novembre 2002, un anno dopo la morte di Harrison.

    La prima (e unica) edizione della biografia di George Harrison "I Me Mine", Rizzoli, 2002.

    La prima (e unica) edizione della biografia di George Harrison “I Me Mine”, Rizzoli, 2002.

    Rimossa la copertina il libro si presenta con un'elegante stampa a secco del titolo.

    Rimossa la copertina il libro si presenta con un’elegante stampa a secco del titolo.

    Anche qui, il titolo è preso in prestito da una sua canzone presente nel disco dei Beatles “Let it Be” del 1970.

    La nuova edizione (tradotta e distribuita in Italia sempre da Rizzoli), arricchita da un’introduzione di Olivia Harrison oltre che da pensieri e ricordi di Harrison, raccoglie anche i testi di circa 80 suoi brani (proposte anche nel manoscritto originale) e una cinquantina di foto d’archivio, molte delle quali inedite, il tutto per documentare la vita di un artista sensibile e della sua trasformazione creativa e spirituale avvenuta nel corso della sua vita.

    Pagine interne del libro di George Harrison "I Me Mine", Rizzoli, 2002, con riportati i manoscritti originali delle sue canzoni più famose.

    Pagine interne del libro di George Harrison “I Me Mine”, Rizzoli, 2002, con riportati i manoscritti originali delle sue canzoni più famose.

    La curiosa dedica ai giardinieri scritta da George Harrison. "I Me Mine", Rizzoli, 2002.

    La curiosa dedica ai giardinieri scritta da George Harrison. “I Me Mine”, Rizzoli, 2002.

    Pagina interna con fotografie inedite. George Harrison. "I Me Mine", Rizzoli, 2002.

    Pagina interna con fotografie inedite. George Harrison. “I Me Mine”, Rizzoli, 2002.

    Una curiosità: all’uscita del libro, Lennon confidò pubblicamente di essere rimasto molto male per esservi citato raramente (come anche Paul). La ragione è da ricercarsi, con tutta probabilità, in una volontà di Harrison di affrancarsi dall’ingombrante presenza degli ex compagni che spesso non diedero il giusto spazio alle sue composizioni.

    Anche questo libro, mai più ristampato, è ricercato dai collezionisti di materiale beatlesiano. Per averne una copia, oggi, si deve pagare almeno 90 euro.

    Per concludere, vorrei riportare qui sotto la quarta di copertina, la quale riporta una frase che la dice lunga sulla filosofia di vita del componente dei Beatles considerato il più tranquillo dei quattro. Serenità e tranquillità che gli valse il soprannome di “the quiet Beatle”:

    Sono una persona molto umile. Non voglio stare a tempo pieno nell’industria della musica, perché sono un giardiniere. Pianto fiori e li guardo crescere. Non vado ai locali o alle feste. Sto a casa e guardo il fiume che scorre”.
    George Harrison

    Retro copertina del libro con una citazione di George Harrison.

    Retro copertina del libro con una citazione di George Harrison.

     

     


    L’incipit:

    «Un po’ di storia

    Il 28 agosto 1207, re Giovanni emise il decreto che conferiva l’autonomia amministrativa al piccolo villaggio di pescatore di Liverpool. Un secondo decreto, emanato da Enrico III nel 1229, concesse ai mercanti il privilegio di comperare e vendere senza pagare alcuna imposta governativa . Sono questi gli eventi che hanno dato vita al porto di Liverpool. […]»
    (Paul McCartney)

    Anno di pubblicazione: 1997
    Casa editrice: Rizzoli
    Prezzo originale: 34.000 lire 
    Pagine: 482

     

     


    L’incipit:

    «Le parole di I Me Mine mi erano note già ben prima di quella sera di ottobre del 1974 in cui incontrai di persona l’uomo che le aveva scritte. George e io avevamo parlato al telefono più volte perché io lavoravo a Los Angeles per la sua etichetta discografica, la Dark Horse. Eppure quel primo incontro faccia a faccia, al quale sono seguiti ventisette anni insieme, è vivo nel mio ricordo come quello dell’ultima volta in cui l’ho visto.»
    (George Harrison)

    Anno di pubblicazione: 2002
    Casa editrice: Rizzoli
    Prezzo originale: 25 euro 
    Pagine: 398


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      Vita, abitudini e comportamento degli Gnomi

      Una volta gnomi e uomini condividevano lo stesso spazio.
      Questo succedeva “quando acque e boschi erano incontaminati, quando la campagna e le montagne erano liberi da insediamenti umani.”.

      Ora, invece, gli gnomi “si sono ritirati nel profondo delle foreste, in cavi degli alberi o in dimore sotterrane. Ci vogliono spirito di osservazione, silenzio e discrezione per ritrovarli, ma tutte queste sono qualità che ormai mancano ai gitanti domenicali. Ecco perché si pensa che siano spariti, ma non è così.”.

      Bene, ora sappiate che vi parlerò di un libro considerato la guida più completa e aggiornata sul mondo degli gnomi che mai vi capiterà di leggere.

      Edizione italiana del 1994 de "Il grande libro degli Gnomi".

      Edizione italiana del 1994 de “Il grande libro degli Gnomi”.

      Il libro dal titolo Il grande libro degli Gnomi. Vita Abitudini Comportamento unisce due precedenti volumi: Gnomi (che all’uscita, nel 1977, rimase in cima alla lista dei bestseller del New York Times per oltre un anno) e Il segreto degli gnomi (1981).

      Ecco quindi un libro dal sapere pseudo-antropologico-scientifico sugli usi e costumi del piccolo popolo, sulle loro attività, sul loro lavoro, sull’educazioni dei figli, su come sono fatte le loro case, sull’assistenza agli animali selvatici, sul rito del matrimonio, sulla loro conoscenza medica e sulla loro diffusione nel mondo divisa in aeree geografiche.

      Per esempio, sapevate che
      “Quando ha circa 100 anni, lo gnomo comincia a pensare al matrimonio? Il giovane gnomo comincia allora a cercasi la ragazza. A questo scopo, a volte gli capita di dover intraprendere lunghi viaggi, perché gli gnomi sono pochi e distanti tra loro ed è molto limitato il numero delle ragazze della sua età, non legate a lui da vincoli di parentela. Le paffutelle, di forme rotonde, son le preferite.”

      oppure che
      (purtroppo) “anche la vita di un gnomo deve avere una fine. Dopo i 400 anni di età, lo gnomo diventa sempre più torpido nelle membra e fa fatica a ricordare le cose, ma gli altri gnomi continuano ad avere rispetto per lui.”.

      L’autore dei testi è Wil Huygen (1922-2009). Olandese, la sua occupazione principale fu quella di medico. Questo spiega bene il metodo che ha usato per dare realismo e un senso di autenticità ai suoi libri sugli gnomi.

      Prima pagina de "Il grande libro degli Gnomi".

      Prima pagina de “Il grande libro degli Gnomi”.

      Ma non finisce qui. Sì, perché i testi, da soli, sarebbero sicuramente un bel trattato. ma la vera bellezza sta nelle illustrazioni, frutto del lavoro di Rien Poortvliet, pseudonimo di Marinus Harm Poortvliet (1932-1995) anche lui olandese.

      Pagina interna de "Il grande libro degli Gnomi" con le illustrazioni di Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Pagina interna de “Il grande libro degli Gnomi” con le illustrazioni di Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Il merito di questo libro, anche se non lo conoscevate fino a oggi, è stato quello di creare, attraverso queste illustrazioni, l’immaginario collettivo della rappresentazione tipica degli gnomi. Fino al punto che anche il cartone animato degli anni 90 “David gnomo” ci si è ispirato.

      "Sono molto meravigliato di sapere che c'è gente che non ha mai visto uno gnomo. Non posso fare a meno di provare compassione per costoro. Qualcosa non va. Certamente la loro vista non funziona bene." (Axel Munthe)

      “Sono molto meravigliato di sapere che c’è gente che non ha mai visto uno gnomo. Non posso fare a meno di provare compassione per costoro. Qualcosa non va. Certamente la loro vista non funziona bene.” (Axel Munthe)

      La prima edizione italiana è uscita grazie alla casa editrice Rizzoli il 5 ottobre 1994, con la traduzione dall’olandese di Maria Duca Buitoni e Gaetano Salinas. Anche qui, come nel caso del post precedente sulla Beatles Anthology, ci troviamo davanti a libro dalle dimensioni notevoli: 22×31 cm per un peso superiore a 2 kg!

      Pagina dei crediti de "Il grande libro degli gnomi" di Wil Huygen e Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Pagina dei crediti de “Il grande libro degli gnomi” di Wil Huygen e Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Il libro si trova ancora nei mercatini dei libri usati e online a un prezzo variabile tra gli 80 e i 120 euro.

      Edizione italiana del 1994 de "Il grande libro degli Gnomi".

      Edizione italiana del 1994 de “Il grande libro degli Gnomi” senza copertina.

       

       


      L’incipit:

      «Risaliamo al 1200 d.C., quando lo svedese Frederick Ugarph trovò una statua di legno ben conservata in casa di un pescatore a Nidaros (ora Trondheim) in Norvegia. La statua era alta 15 cm (poco meno di 6 pollici), escluso il piedistallo, su cui erano incise le seguenti parole:
      NISSE
      Riktig Størrelse
      che significa “Gnomo, altezza effettiva”.
      »
      (Wil Huygen)

      Anno di pubblicazione: 1994
      Casa editrice: Rizzoli
      Prezzo originale: non disponibile 
      Pagine: 416


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        The Beatles Anthology e quell’imbarazzante errore di traduzione

        Esitono libri… e libroni 🙂

        Questo è uno dei libroni che è molto difficile che riesca a mimetizzarsi nella vostra libreria.
        Si tratta della famosa The Beatles Anthology: uno dei libri più belli e ricco di contenuti sul quartetto di Liverpool.

        The Beatles Anthology. Il libro è uscito nel 2000, edito da Rizzoli.

        The Beatles Anthology. Il libro è uscito nel 2000, edito da Rizzoli.

        È in questo volume che Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr hanno acconsentito a raccontare le loro storie, assieme allo scomparso John Lennon (quest’ultimo tramite interviste rilasciate all’epoca), inserite in un perfetto ordine cronologico degli eventi.

        Il libro infatti nasce per raccogliere in forma scritta quella miniera d’oro di informazioni che fu la serie televisiva The Beatles Anthology, realizzata fra il 1995 e il 2000, distribuita in tutto il mondo e prima in VHS e ora in DVD.

        Ogni pagina del libro è composta da racconti in prima persona e da foto originali (spesso inedite e private) e racconta di John, Paul, George e Ringo quando erano ancora dei ragazzini a Liverpool fino a vederli diventare, passo dopo passo, la band più famosa del mondo.

        La Beatles Anthology, che Rizzoli ha pubblicato nel 2000, ha incontrato il favore sia dei fan storici dei Beatles sia di tutti quelli che si sono accostati alla loro musica molti anni dopo il loro scioglimento.

        Oggi questo libro non è più ristampabile, a causa degli accordi con la Apple, la storica etichetta discografica che ancora oggi detiene i diritti sulle opere dei Beatles.

        Il volume, come dicevo all’inizio, non è proprio agevole da trasportare e forse nemmeno da leggere a letto. Infatti misura 25×36 cm e pesa 3,2 kg! e ha una sovraccoperta color argento che può rovinarsi facilmente. Interessante l’uso di una carta diversa, più ruvida e meno fotografica, per la prima parte del libro, quella nella quale i membri della band raccontano la propria infanzia prima di entrare a fare parte dei Beatles.

        The Beatles Anthology: copertina in tela nera sotto la sovraccoperta in argento.

        The Beatles Anthology: copertina in tela nera sotto la sovraccoperta in argento.

        Dettaglio del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Dettaglio del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagine interne del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagine interne del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagine interne del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagine interne del libro The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Una delle curiosità legate al libro è anche il clamoroso errore di traduzione contenuto e ripetuto per ben due volte.
        L’errore riguarda una frase di John Lennon che spiega ai giornalisti la nascita del nome “The Beatles”. Un passaggio importante quindi.

        Beh, la frase in inglese risultava essere:

        “Many people ask what are Beatles? Why Beatles? Ugh, Beatles, how did the name arrive? So we will tell you. It came in a vision – a man appeared on a flaming pie and said unto them ‘From this day on you are Beatles with an A’. Thank you, Mister Man, they said, thanking him.”

        Nella versione italiana, l’errore riguarda la traduzione delle parole “flaming pie”. A pagina 41 e a pagina 62, infatti, “flaming pie” viene tradotta (davvero con molta fantasia) con l’espressione “figa ardente”.
        A voler essere precisi, peraltro, una flaming pie, non è esattamente una torta, ma un pasticcio di carne.

        Il tutto diventa più grottesco però se pensate che:
        a) erano sette le traduttrici del libro più una revisionatrice, una coordinatrice editoriale e una editor!
        b) che tre anni prima dell’uscita del libro, Paul McCartney, dopo l’esperienza della Beatles Anthology, incise un album in omaggio a questo viaggio sentimentale intitolandolo “Flaming Pie” con in copertina anche il logo di una torta fiammeggiante.

        Ancora oggi rimane un mistero come questo errore sia arrivato fino a noi.

        Pagina 41. La famosa traduzione errata del termine Flaming Pie. The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagina 41. La famosa traduzione errata del termine Flaming Pie. The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagina 62. La famosa traduzione errata del termine Flaming Pie. The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Pagina 62. La famosa traduzione errata del termine Flaming Pie. The Beatles Anthology, Rizzoli, 2000.

        Concludiamo con il prezzo: il volume era venduto a 140.000 lire (72,30 euro), un prezzo decisamente alto per l’epoca.

        Tagliando del prezzo della Beatles Anthology.

        Tagliando del prezzo della Beatles Anthology.

         

         


        L’incipit:

        «Che posso dirvi di me che non abbiate già scoperto da chi dice la verità?
        Porto gli occhiali. Sono nato il 9 ottobre 1940 e non sono stato il primo dei Beatles a venire al mondo.»
        (John Lennon)

        Anno di pubblicazione: 2000
        Casa editrice: Rizzoli
        Prezzo originale: 140.000 Lire 
        Pagine: 368


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