Il mangianomi di Giovanni De Feo: un gioiello della narrativa fantastica italiana

Partiamo dall’inizio, ovvero dal fatto che quando si cerca su Google Il mangianomi di Giovanni De Feo, dai risultati appaiono chiari due punti fermi:
– il primo è che il romanzo è di difficilissima reperibilità nella sua prima edizione del 2002 (un po’ più facile – ma a patto di spendere almeno il doppio del prezzo di copertina – l’edizione del 2010 pubblicata da Salani) e la seconda che è unanimemente riconosciuto da chi l’ha letto come “uno dei migliori libri fantasy italiani”.

Copertina della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Copertina della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

È ormai certo che la fortuna o l’oblio a cui è destinato un qualsiasi libro è una catena di eventi e contingenze imponderabili e spesso irripetibili. Ed è così che un libro come quello di De Feo passa – ahinoi –  quasi del tutto inosservato al grande pubblico al momento della sua prima e seconda uscita. Sopratutto in un Paese dove, secondo i dati Istat, vengono stampati tra i 70 e gli 80mila libri all’anno.

Definito in modo semplicistico un “horror fiabesco” la sua trama è la seguente:

Una terribile minaccia insidia il Ducato di Acquaviva: è il Mangianomi, una creatura misteriosa e inafferrabile che si aggira nel buio rubando a qualunque cosa il proprio nome. In breve tempo uomini, donne, bambini, animali, ma anche torri, foreste e paesi interi vengono ridotti a vuoti gusci irriconoscibili. L’unica speranza per gli abitanti del Ducato è rivolgersi a Magubalik, un giovane e solitario cacciatore dall’abilità leggendaria, perché sconfigga il temibile mostro. Ma il compito si rivelerà arduo persino per lui, e la caccia al Mangianomi si trasformerà da una pericolosa avventura a una discesa agli inferi, in un’odissea alla ricerca di se stesso.

Mappa disegnata da Carmine di Giandomenico presente all'interno del volume "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Mappa disegnata da Carmine di Giandomenico presente all’interno del volume “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

In un’intervista disponibile sul web, De Feo – oggi anche sceneggiatore e insegnante oltre che scrittore – parla così del suo romanzo:

Tuttavia se avevo un libro in mente  quando ho scritto Il Mangianomi questo era Il Cavaliere Svedese di Leo Perutz […] Il Mangianomi si svolge infatti all’interno di una ambientazione pseudo-storica che assomiglia casomai agli sfondi dei romanzi di Buzzati o di Calvino, o se vogliamo alle illustrazioni Don Chisciottesche di Dorè. Soprattutto, manca completamente quella coralità  che è tipica dell’epica e della letteratura cavalleresca da cui viene il fantasy classico […]. Al contrario la vicenda di Magubalik narra della caduta di un singolo, un antieroe che per raggiungere ciò che più desidera baratta quello che di sè è più autentico, rischiando letteralmente di perdere la sua anima. Insomma si tratta di una sorta di patto faustiano, la leggenda di un santo brigante che man mano si tinge di implicazioni metafisiche, come nel racconto di Perutz.

All’interno del volume, sono presenti anche diverse illustrazioni in bianco e nero a cura di Carmine di Giandomenico, fumettista eclettico con una carriera che passa per produzioni targate prima Marvel Comics e poi DC Comics passando per la Sergio Bonelli con Dylan Dog.

Di di Giandomenico sono anche le illustrazioni a colori in copertina e sul retro.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all'interno de "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all’interno de “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all'interno de "il mangianomi" di Giovanni De Feo.

Una delle illustrazioni di Carmine di Giandomenico presenti all’interno de “il mangianomi” di Giovanni De Feo.

Retro della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Retro della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

Come dicevo all’inizio, di questo libro esiste la prima edizione (edizioni e/o, 2002) e una successiva ristampa (Salani, 2010). Entrambe ricercate dagli appassionati perché non più ristampate ma il valore più alto, ovviamente, spetta all’edizione e/o in brossura, quindi con copertina morbida e più fragile, il cui prezzo dell’unica copia online al momento è di 99 euro.

Dati di stampa del volume della prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Dati di stampa del volume della prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

Prima edizione del libro di Giovanni De Feo "il mangianomi", edizioni e/o 2002.

Prima edizione del libro di Giovanni De Feo “il mangianomi”, edizioni e/o 2002.

 

 

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L’incipit:
«Il Mangianomi arrivò nel Ducato di Acquaviva una notte d’autunno: il primo ad accorgersene fu il Barone di Spargifiume.
Il Barone Turciuto di Spargifiume era un omone grosso la cui pappagorgia sormontata da baffi neri gli dava qualcosa del tricheco e qualcosa dell’orango. Il nobile vestiva di fustagno nero, un cappello piumato, al cinturone un paio di moschetti: più che un nobiluomo pareva un bandito, che a incontrarlo di notte un contadino sarebbe morto di spavento.
Quella notte, come di consueto, era andato per cantine e taverne fino a tardi e solo adesso se ne rincasava in groppa a Urri, il suo cavallo bianco.»
(Giovanni De Feo)

Anno di pubblicazione: ottobre 2002
Casa editrice: edizioni e/o
Prezzo originale: 12 euro
Pagine: 207

La pietra del vecchio pescatore di Pat O’Shea, un capolavoro fantasy quasi dimenticato

Negli Anni 80, in Italia, la letteratura fantastica visse probabilmente il suo periodo d’oro potendo contare su un pubblico in costante crescita (per poi calare un po’ in attesa dell’arrivo di scrittori con J.K. Rowling o Philip Pullman) e con un’enorme pubblicazione di titoli di qualità da quasi tutte le case editrici, in primis Longanesi e Rizzoli.

Chi oggi ha tra i quaranta e i cinquant’anni avrà avuto sicuramente modo di imbattersi, in adolescenza, in nomi come Terry Brooks, Terry Pratchett, Michael Ende o Marion Zimmer Bradley. Tutti autori di romanzi fantasy i cui libri vengono ristampati ancora oggi.

Ai nomi appena citati però c’è da aggiungere una scrittrice irlandese che con il suo romanzo La pietra del vecchio pescatore ottenne un grande successo di critica e pubblico: Pat O’Shea (vero nome Patricia Mary Shiels O’Shea).

La prima edizione italiana (1988) de "La pietra del vecchio pescatore" a confronto con la prima edizione inglese (1985).

La prima edizione italiana (1988) de “La pietra del vecchio pescatore” a confronto con la prima edizione inglese (1985).

O’Shea, irlandese classe 1931, rimase orfana in giovane età e fu allevata, assieme ai fratelli, dalla sorella maggiore. Trasferitasi con la famiglia a Manchester, trovò lavoro in una libreria e iniziò a scrivere spettacoli teatrali di un certo successo, richiesti e prodotti dalla Library Theatre e anche dalla BBC Northern Ireland.

Ma è nel 1969 che Pat O’Shea inizia a scrivere quello che diventerà il suo capolavoro, il suo lascito nella letteratura fantastica con – appunto – La pietra del vecchio pescatore. Un librò che verrà pubblicato ben tredici anni dopo, un tempo di scrittura piuttosto lungo, ma necessario a curare nei minimi dettagli la storia raccontata e il linguaggio utilizzato.

La storia dei due protagonisti, Pidge, dieci anni, e di sua sorella Bridgit in lotta con la Morrigan, la dea delle battaglie, è immersa nella mitologia celtica, con tutte le sue leggende e le sue creature, nel folklore irlandese. L’apprezzamento fu tale che oggi nel Regno Unito questa storia è ormai unanimemente considerata un classico per l’infanzia.

Il dorso della prima edizione italiana (1988) de "La pietra del vecchio pescatore" a confronto con il dorso inglese (1985).

Il dorso della prima edizione italiana (1988) de “La pietra del vecchio pescatore” a confronto con il dorso inglese (1985).

Il dorso della prima edizione italiana (sopra) a confronto con il dorso inglese (sotto).

Il dorso della prima edizione italiana (sopra) a confronto con il dorso inglese (sotto).

La prima edizione inglese, dal titolo The Hounds of the Morrigan, esce nel 1985 per la Oxford University Press. Conta 469 pagine compreso il glossario delle parole gaeliche alla fine del volume e la copertina del libro è di color marrone con incisioni oro riportanti il titolo, il nome dell’autrice e quello della casa editrice. Il prezzo, riportato nell’aletta anteriore della sovraccopertina, è di £ 9,95. L’illustrazione per la sopraccoperta a doppia pagina è affidata al talento di Stephen Lavis che tra i suoi lavori annovera anche le illustrazioni dell’edizione inglese delle Cronache di Narnia di C.S. Lewis.

L’illustrazione è talmente bella che la Longanesi decide di prenderla pari pari senza grosse modifiche per l’edizione italiana che uscirà tre anni dopo, nell’ottobre 1988, sulla scia delle molte traduzioni internazionali.
Il volume italiano, rispetto all’edizione inglese, è un po’ più basso e un po’ più corposo (488 pagine contro 469) pur presentando un font più piccolo rispetto all’originale. La ragione è da ritrovarsi nella grammatura delle pagine, da noi più spessa.

Un’altra evidente differenza sta nella copertina del volume, in tela e di colore verde, con il titolo e il nome dell’autrice incisi in vernice oro sul bordo, ma con la presenza sul fronte di una bellissima incisione su tela di una margherita racchiusa in un motivo celtico rotondo.

Il dorso della prima edizione italiana (in verde) a confronto con il dorso inglese (in marrone).

Il dorso della prima edizione italiana (in verde) a confronto con il dorso inglese (in marrone).

La copertina dell'edizione italiana de "La pietra del vecchio pescatore" con uno stemma impresso sulla tela di color verde.

La copertina dell’edizione italiana de “La pietra del vecchio pescatore” con uno stemma impresso sulla tela di color verde.

Mentre la prima edizione italiana è ancora facilmente recuperabile online, l’edizione inglese sembra essere completamente scomparsa dal mercato. Diverse ricerche non hanno riportato a nessun risultato apprezzabile se non a poche prime edizioni americane, riconoscibili perché pubblicate dalla Holiday House di New York nel 1986 e non Oxford University Press.

Dati di stampa della prima edizione italiana de "La pietra del vecchio pescatore" di Pat O'Shea. Longanesi & C., 1988.

Dati di stampa della prima edizione italiana de “La pietra del vecchio pescatore” di Pat O’Shea. Longanesi & C., 1988.

Dati di stampa della prima edizione inglese de "The hounds of the Morrigan" di Pat O'Shea. Oxford University Press, 1985.

Dati di stampa della prima edizione inglese de “The hounds of the Morrigan” di Pat O’Shea. Oxford University Press, 1985.

Il dorso della prima edizione italiana (in verde a sinistra) a confronto con il dorso inglese (in marrone a destra).

Il dorso della prima edizione italiana (in verde a sinistra) a confronto con il dorso inglese (in marrone a destra).

 

 

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L’incipit dell’edizione italiana:
«Levandosi in alto, su su, salirono in cielo e volarono. Da ovest e oltre l’ovest, controvento e col vento, sorpassarono innumerevoli lune e soli. Una rise e, brevemente, portò fra i capelli un diadema di gocce di pioggia iridate. Poi diede malignamente un calcetto a una nube e provoco una pioggia, che riempì d’acqua una barca.»
(Pat O’Shea)

Anno di pubblicazione: ottobre 1988
Casa editrice: Longanesi & C.
Prezzo originale: 25.000 Lire
Pagine: 488

L’incipit dell’edizione inglese:
«Rising up into the air, they took the sky and flew. From west and beyond west, into the wind and through it, they came past countless moon and suns. One laughed and briefly wore a scarf of raindrops in her hair, and then with wicked feet she kicked a cloud and caused rain to swamp a boat.»
(Pat O’Shea)

Anno di pubblicazione: ottobre 1988
Casa editrice: Longanesi & C.
Prezzo originale: 25.000 Lire
Pagine: 488

Lo Hobbit illustrato è già una rarità

Lo Hobbit o la riconquista del tesoro (sottotitolo originale: There and back again) o, più semplicemente, Lo Hobbit, è uno dei romanzi di genere fantasy più conosciuti al mondo, a opera del geniale John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973).

Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Pubblicato per la prima volta in lingua inglese il 21 settembre 1937, nacque nelle intenzioni del suo autore come una fiaba per bambini. Ed è un bambino di 10 anni, Rayner Unwin, figlio dell’editore Stanley Unwein, a consigliarne proprio al padre la pubblicazione. La recensione del bambino, poi pagata con uno scellino, fu questa:

«Bilbo Baggins era un Hobbit che viveva in una caverna Hobbit e non aveva mai avventure. Un giorno lo stregone Gandalf lo persuade a partire. Ha delle eccitanti avventure con orchi e mannari. Alla fine arrivano alla Montagna Solitaria; Smaug, il drago che vi abita è ucciso e dopo una terrificante battaglia ritorna a casa – ricco!!
Questo libro con l’aiuto di mappe non richiede nessuna illustrazione è buono e può interessare bambini dai 5 ai 9 anni»

Tutto sommato, niente male.

Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

La prima edizione ebbe una tiratura di sole 1.500 copie e avvenne appunto nel settembre del 1937 andando esaurita in due mesi, ma la contingenza pre-bellica causò anche una scarsità di carta che rallentò inevitabilmente la crescita di vendite.

Negli anni a seguire uscirono altre versioni de Lo Hobbit (1951, 1966 e 1978) con correzioni di nomi e dettagli tra cui il più importante: la storia del recupero dell’anello da parte di Bilbo Baggins che non avviene come un furto ai danni di Gollum ma come vittoria a una gara di indovinelli.
La bravura di Tolkien è stata anche sapere gestire questi due episodi differenti ne Il Signore degli anelli dove il mago Gandalf citerà questi fatti come due diversi racconti fatti da Bilbo in momenti differenti.

Veniamo ora a una delle ultime edizioni italiane dal titolo Lo Hobbit Un viaggio inaspettato, uscita recentemente ma che è già diventata oggetto di desiderio da parte di diversi collezionisti.

Si tratta di una edizione Bompiani dell’ottobre 2013. La casa editrice milanese al momento detiene i diritti di tutte le opere di J.R.R. Tolkien e ha la rara capacità e bravura di rinnovare il proprio catalogo con nuove e accattivanti edizioni.

Pagina dei crediti de Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Pagina dei crediti de Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Il libro ha una copertina di tela raffigurante Bilbo Baggins intento a riposare sotto un albero e delle decorazioni di foglie e animali color oro. Tutte le illustrazioni interne sono state affidate a Jemima Catlin:  inglese, classe 1986, è stata scelta direttamente da Christopher Tolkien, il figlio di J.R.R. Tolkien, per arricchire questa versione de Lo Hobbit con le sue 150 illustrazioni.

I disegni sono fortemente diversi da quelli che siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni, anche a seguito delle trasposizioni cinematografiche de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson.
Nelle dichiarazioni della casa editrice inglese Harper Collins, si è voluta infatti riproporre al pubblico Lo Hobbit nella sua intenzione originale, ovvero quella appartenente alla letteratura per bambini e ragazzi. Riportando il libro alla sua “innocenza originaria”, a detta del curatore David Brawn. Quindi  ad atmosfere decisamente meno cupe e meno spaventose. Intento decisamente riuscito, visto che le  le illustrazioni della Catlin sono quanto di più lontano si potesse pensare rispetto all’immaginario creato al cinema.

Pagina interna de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Pagina interna de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Pagina interna de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Pagina interna de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Per concludere, è comunque interessante notare come la versione inglese del 12 settembre 2013, praticamente identica a quella italiana, non sia altrettanto ricercata e costosa. La ragione risiede forse nel fatto che da qualche anno la versione italiana (a quanto mi risulta stampata solo per tre volte) non sia sul mercato.

Il valore? Mediamente le copie in vendita vanno dai 150 ai 220 euro, ma ovviamente questi sono i prezzi che si trovano su eBay e sono da prendere con le pinze perché rappresentano il prezzo voluto dal venditore e non il reale prezzo di mercato (che comunque è ormai superiore ai 100 euro).

Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Retro copertina de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

Retro copertina de Lo Hobbit di J.R.R Tolkien illustrato da Jemima Catlin, 1a edizione, Bompiani ottobre 2013.

 

 



L’incipit:

«Questa è una storia di tanto tempo fa. A quel tempo gli idiomi e le lettere dell’alfabeto erano molto diversi da quelli dei nostri giorni. Per rappresentare quegli idiomi si è usata la nostra lingua.
Le rune erano lettere antiche originariamente ottenute intagliando o graffiando legno, pietre o metalli, ed erano pertanto sottili e angolose. Al tempo di questa storia soltanto i nani ne facevano uso regolare, specialmente per documenti privati o segreti.»
(J.R.R. Tolkien)

Anno di pubblicazione: ottobre 2013
Titolo originale: The Hobbit: There and back again
Casa editrice: Bompiani
Prezzo originale: 25 euro
Pagine: 80


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    Di fate e di streghe

    Negli anni Ottanta e Novanta di libri di genere fantasy ne circolavano parecchi di meno rispetto a oggi.
    Ciononostante, o forse proprio per questo, i pochi volumi esistenti erano realizzati con più cura dalle case editrici: dimensioni più grandi, buona carta, attenzione alla stampa.

    Tra queste sicuramente la Rizzoli che nel corso degli Anni di quei decenni pubblicò una serie di volumi (tra cui il già citato Libro degli Gnomi) tutti molto ben realizzati.

    Recentemente, ho avuto la fortuna di acquistare in una bancarella due volumi simili come argomento:
    Fate di Froud e Lee, a cura di David Larkin, e Streghe di Erica Jong, con le illustrazioni di Joseph A. Smith.

    Le prime edizioni del libro "Fate" di Froud-Lee e "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli.

    Le prime edizioni del libro “Fate” di Froud-Lee e “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli.

    Il primo libro è uscito in Italia nel 1979 ed è stato a tutti gli effetti un best seller (tant’è che nel 2003 ne è stata pubblicata un’edizione speciale – con più pagine e disegni inediti – per festeggiarne i 25 anni).
    Gli illustratori si chiamano Brian Froud e Alan  Lee. Al grande pubblico forse questi nomi non diranno molto, ma per gli amanti del genere Fantasy sono dei veri miti viventi.
    Inglesi, nati entrambi nel 1947, entrambi pittori e illustratori, Froud è anche stato – con il suo lavoro – concept artist per il film fantasy del 1986 Labyrinth con David Bowie. Mentre Lee è stato il primo illustratore de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien e nel 2004 ha vinto il premio Oscar per la migliore scenografia per l’adattamento cinematografico di Peter Jackson.

    Il libro è una sorta di enciclopedia di creature magiche, le faeries appunto, e, quando uscì, contribuì a creare un nuovo immaginario collettivo per i lettori dell’epoca fino ad allora abituati a una nebulosa descrizione di queste creature. La bravura di Lee e Froud fu di dare un soffio vitale a questi disegni attraverso  le loro matite, tempere e acquarelli. Non più dolci disegni di fatine in stile disneyano, ma creature recuperate dalle leggende nordiche, esseri scontrosi, sensibili, irascibili, vagabondi, capricciosi, maligni, deformi e maliziosi da cui stare alla larga.

    Risvolto di copertina della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Risvolto di copertina della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Illustrazioni interne della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Illustrazioni interne della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Pagine interne della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Pagine interne della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Pagina dei crediti della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Pagina dei crediti della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Il libro della Rizzoli, con le sue dimensioni di 21,5×31 cm e le sue 185 illustrazioni (di cui 147 “a quattro colori”) si chiude con un’appendice molto simpatica: invece delle biografie dei due autori, sono state inserite delle fotografie in cui – facendo attenzione – si possono vedere dei folletti che spiano i due illustratori al lavoro in mezzo a un bosco e una dichiarazione di entrambi che ne assicurano l’autenticità.
    L’idea di queste fotografie ricalca il celebre episodio conosciuto come “le fate di Cottingley” del 1917: due bambine, abitanti del piccolo villaggio inglese di Bradford, si fotografarono assieme a delle piccole sagome di cartone rappresentanti delle fate e le spacciarono per vere. All’epoca, queste fotografie fecero molto parlare di loro. La stampa arrivò fino al punto di coinvolgere perfino Sir Arthur Conan Doyle (il padre di Sherlock Holmes) che, dopo un primo momento di scetticismo, si convinse pure lui dell’autenticità delle fotografie.

    Appendice al libro che introduce la documentazione fotografica sull'esistenza delle fate.

    Appendice al libro che introduce la documentazione fotografica sull’esistenza delle fate.

    La documentazione fotografica che testimonierebbe l'esistenza di creature magiche alle spalle degli autori.

    La documentazione fotografica che testimonierebbe l’esistenza di creature magiche alle spalle degli autori.

    Il libro, oggi, in Italia è ristampato in edizioni più economiche rispetto alla prima edizione e con un font diverso per quanto riguarda i testi scritti in matita, ora decisamente più marcati e di più facile lettura. La prima edizione si differenza inoltre dalla seconda dello stesso periodo per il colore della copertina sotto la sovraccoperta (color perla la prima, verde la seconda). Entrambe, comunque, riportano una sovrastampa color oro di due folletti che stanno giocando.

    Stampa in vernice dorata sulla copertina rigida della prima edizione del libro "Fate" di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    Stampa in vernice dorata sulla copertina rigida della prima edizione del libro “Fate” di Froud-Lee. Rizzoli, 1979.

    La prima edizione a confronto con una edizione economica successiva: differenti le dimensioni ma differenti anche i caratteri tipografici.

    La prima edizione a confronto con una edizione economica successiva: differenti le dimensioni ma differenti anche i caratteri tipografici.

    Confronto dei caratteri tipografici utilizzati per la prima edizione e una più recente. Il nuovo carattere aumenta la leggibilità dei testi che simulano la scritta a mano.

    Confronto dei caratteri tipografici utilizzati per la prima edizione e una più recente. Il nuovo carattere aumenta la leggibilità dei testi che simulano la scritta a mano.

    Streghe, invece, è opera della scrittrice americana Erica Jong (New York, 1942) con la collaborazione dell’illustratore Joseph A. Smith.
    Anche questo libro ebbe un buon successo, complice la carriera letteraria della Jong che, a partire dal suo primo romanzo Paura di volare, dove la protagonista femminile scardinava un mondo maschilista, creò un vero e proprio caso.
    La prosa del libro è accattivante, a differenza del libro precedente: qui le illustrazioni vanno di pari passo con i testi e a volte lasciano loro spazio. La Jong indaga sia sulla realtà storica che sugli archetipi delle streghe: sopravvissute agli atti di stregoneria, spesso capri espiatori, nel mezzo di uno scontro tra Chiesa e Stato dove era forte la prevalenza maschile, guaritrici naturali, creatrici di pozioni d’amore e di formule magiche.
    La domanda che si pone la scrittrice nel libro è fondamentalmente: chi erano le streghe in fondo? Eretiche o guaritrici? Adoratrici di dei pagai, o soltanto donne che non avevano paura di volare?

    Avvertimento al lettore nella prima pagina del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Avvertimento al lettore nella prima pagina del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Pagine interne alla prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Pagine interne alla prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Dettaglio di una pagina interna della prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Dettaglio di una pagina interna della prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Alcune pagine del libro si aprono per permettere al lettore una completa visione delle stupende illustrazioni interne. "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Alcune pagine del libro si aprono per permettere al lettore una completa visione delle stupende illustrazioni interne. “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Streghe si conclude con una commovente dedica, sotto forma di poesia, intitolata “Per tutte coloro che son morte“:

    “Per tutte coloro che sono morte denudate, rasate, rapate.
    Per tutte coloro che hanno invocato invano la grande Dea
    solo per aver la lingua strappata alla radice.
    Per tutte coloro che sono state trafitte, torturate, spezzate sulla ruota
    per i peccati dei loro Inquisitori.
    Per tutte coloro la cui bellezza suscitò il furore dei torturatori;
    per tutte coloro cui la bruttezza fu condanna.
    Per tutte coloro che non eran belle né brutte, ma solo donne orgogliose.
    Per tutte le abili dita spezzate dalla morsa.
    Per tutte le braccia morbide strappate dall’alveolo.
    Per tutti i seni in boccio dilaniati da pinze incandescenti.
    per tutte le levatrici uccise per il peccato
    di aver fatto nascere l’uomo in un mondo imperfetto.
    Per tutte quelle streghe, mie sorelle,
    che respiravano più liberamente avvolte dalle fiamme,
    sapendo, mentre abbandonavano le spoglie femminili,
    e la carne bruciata cadeva come frutta nelle fiamme,
    che solo la morte le avrebbe mondate del peccato
    per cui morivano il peccato di esser nata donna,
    che è più della somma delle parti di un corpo femminile.”

    Dedica conclusiva del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Dedica conclusiva del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Il libro, pubblicato anch’esso dalla Rizzoli nel settembre del 1983, nella sua prima edizione ha le dimensioni di 24×30,5 cm e, a differenza di Fate, non è più in commercio. Per trovare una copia rimangono solo i mercatini e i siti online.
    La valutazione per la sua prima edizione oscilla dagli 80 ai 120 euro.

    Prima edizione del libro "Streghe" di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

    Prima edizione del libro “Streghe” di Erica Jong. Rizzoli, 1983.

     


    L’incipit di Fate:

    «Il termine fata deriva dall’antico ‘faunce o fatuce’ che nella mitologia pagana indicava le compagne dei fauni, creature dotate del potere di predire il futuro e di soprassedere agli eventi umani. La denominazione fata deriva anche da ‘fatica’, parola che nel medioevo fu sinonimo di ‘donna selvatica’ cioè di donna dei boschi, delle acque e, in genere, del mondo naturale.»
    (Brian Froud e Alan  Lee)

    Anno di pubblicazione: 1979
    Casa editrice: Rizzoli
    Prezzo originale: 19.000 lire
    Pagine: [non disponibile]

     

    L’incipit di Streghe:

    «Se non avete mai desiderato che un incantesimo costringesse qualcuno ad amarvi,
    non avete mai desiderato una bacchetta magica,
    non avete mai desiderato un mantello che vi rendesse invisibili,
    non vi siete mai chiesti come facciano le streghe a volare.»
    (Erica Jong)

    Anno di pubblicazione: settembre 1983
    Casa editrice: Rizzoli
    Prezzo originale: [non disponibile]
    Pagine: 174


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      Vita, abitudini e comportamento degli Gnomi

      Una volta gnomi e uomini condividevano lo stesso spazio.
      Questo succedeva “quando acque e boschi erano incontaminati, quando la campagna e le montagne erano liberi da insediamenti umani.”.

      Ora, invece, gli gnomi “si sono ritirati nel profondo delle foreste, in cavi degli alberi o in dimore sotterrane. Ci vogliono spirito di osservazione, silenzio e discrezione per ritrovarli, ma tutte queste sono qualità che ormai mancano ai gitanti domenicali. Ecco perché si pensa che siano spariti, ma non è così.”.

      Bene, ora sappiate che vi parlerò di un libro considerato la guida più completa e aggiornata sul mondo degli gnomi che mai vi capiterà di leggere.

      Edizione italiana del 1994 de "Il grande libro degli Gnomi".

      Edizione italiana del 1994 de “Il grande libro degli Gnomi”.

      Il libro dal titolo Il grande libro degli Gnomi. Vita Abitudini Comportamento unisce due precedenti volumi: Gnomi (che all’uscita, nel 1977, rimase in cima alla lista dei bestseller del New York Times per oltre un anno) e Il segreto degli gnomi (1981).

      Ecco quindi un libro dal sapere pseudo-antropologico-scientifico sugli usi e costumi del piccolo popolo, sulle loro attività, sul loro lavoro, sull’educazioni dei figli, su come sono fatte le loro case, sull’assistenza agli animali selvatici, sul rito del matrimonio, sulla loro conoscenza medica e sulla loro diffusione nel mondo divisa in aeree geografiche.

      Per esempio, sapevate che
      “Quando ha circa 100 anni, lo gnomo comincia a pensare al matrimonio? Il giovane gnomo comincia allora a cercasi la ragazza. A questo scopo, a volte gli capita di dover intraprendere lunghi viaggi, perché gli gnomi sono pochi e distanti tra loro ed è molto limitato il numero delle ragazze della sua età, non legate a lui da vincoli di parentela. Le paffutelle, di forme rotonde, son le preferite.”

      oppure che
      (purtroppo) “anche la vita di un gnomo deve avere una fine. Dopo i 400 anni di età, lo gnomo diventa sempre più torpido nelle membra e fa fatica a ricordare le cose, ma gli altri gnomi continuano ad avere rispetto per lui.”.

      L’autore dei testi è Wil Huygen (1922-2009). Olandese, la sua occupazione principale fu quella di medico. Questo spiega bene il metodo che ha usato per dare realismo e un senso di autenticità ai suoi libri sugli gnomi.

      Prima pagina de "Il grande libro degli Gnomi".

      Prima pagina de “Il grande libro degli Gnomi”.

      Ma non finisce qui. Sì, perché i testi, da soli, sarebbero sicuramente un bel trattato. ma la vera bellezza sta nelle illustrazioni, frutto del lavoro di Rien Poortvliet, pseudonimo di Marinus Harm Poortvliet (1932-1995) anche lui olandese.

      Pagina interna de "Il grande libro degli Gnomi" con le illustrazioni di Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Pagina interna de “Il grande libro degli Gnomi” con le illustrazioni di Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Il merito di questo libro, anche se non lo conoscevate fino a oggi, è stato quello di creare, attraverso queste illustrazioni, l’immaginario collettivo della rappresentazione tipica degli gnomi. Fino al punto che anche il cartone animato degli anni 90 “David gnomo” ci si è ispirato.

      "Sono molto meravigliato di sapere che c'è gente che non ha mai visto uno gnomo. Non posso fare a meno di provare compassione per costoro. Qualcosa non va. Certamente la loro vista non funziona bene." (Axel Munthe)

      “Sono molto meravigliato di sapere che c’è gente che non ha mai visto uno gnomo. Non posso fare a meno di provare compassione per costoro. Qualcosa non va. Certamente la loro vista non funziona bene.” (Axel Munthe)

      La prima edizione italiana è uscita grazie alla casa editrice Rizzoli il 5 ottobre 1994, con la traduzione dall’olandese di Maria Duca Buitoni e Gaetano Salinas. Anche qui, come nel caso del post precedente sulla Beatles Anthology, ci troviamo davanti a libro dalle dimensioni notevoli: 22×31 cm per un peso superiore a 2 kg!

      Pagina dei crediti de "Il grande libro degli gnomi" di Wil Huygen e Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Pagina dei crediti de “Il grande libro degli gnomi” di Wil Huygen e Rien Poortvliet. Rizzoli, 1994.

      Il libro si trova ancora nei mercatini dei libri usati e online a un prezzo variabile tra gli 80 e i 120 euro.

      Edizione italiana del 1994 de "Il grande libro degli Gnomi".

      Edizione italiana del 1994 de “Il grande libro degli Gnomi” senza copertina.

       

       


      L’incipit:

      «Risaliamo al 1200 d.C., quando lo svedese Frederick Ugarph trovò una statua di legno ben conservata in casa di un pescatore a Nidaros (ora Trondheim) in Norvegia. La statua era alta 15 cm (poco meno di 6 pollici), escluso il piedistallo, su cui erano incise le seguenti parole:
      NISSE
      Riktig Størrelse
      che significa “Gnomo, altezza effettiva”.
      »
      (Wil Huygen)

      Anno di pubblicazione: 1994
      Casa editrice: Rizzoli
      Prezzo originale: non disponibile 
      Pagine: 416


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